Pomodori, AssoBio e FederBio: “Accordo al ribasso sui prezzi con Gdo, così impossibile bio di qualità”

FederBio e AssoBio dicono insieme no all’accordo quadro sul prezzo di riferimento del pomodoro da industria biologico, siglato recentemente fra l’industria di trasformazione e l’organizzazione dei produttori del Nord Italia. Pur incrementando di circa il 4% il compenso al produttore rispetto agli anni precedenti, il prezzo concordato di 136 euro a tonnellata continua a testimoniare una situazione di grave rischio per l’integrità delle filiere e dell’intero settore.

Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio spiega come da quattro anni la sua federazione denunci “una situazione di forte rischio nel comparto del pomodoro biologico da industria, che riguarda l’intero territorio nazionale. Un sistema di certificazione che garantisce al consumatore prodotti biologici in linea con le rigide norme europee e nazionali è incompatibile con prezzi che non consentono ai coltivatori onesti di rispettare queste stesse normative”. Secondo quanto calcolato da Federbio, la cifra equa per i produttori è di almeno 180 euro a tonnellata, molto distante dai 136 accordati. “Con queste cifre è difficile immaginare una filiera che non danneggi fortemente il reddito del produttore, che non pesi sulle spalle della mano d’opera, e che non consegni ai consumatori prodotti di bassa qualità”.

“FederBio si mette a disposizione di tutta la filiera per discutere di un nuovo accordo per quanto riguarda il pomodoro biologico, nella speranza che anche le OI riconosciute comprendano la gravità della situazione”, conclude Mammuccini.

Roberto Zanoni, Presidente di AssoBio, aggiunge: “Pagando il giusto prezzo del pomodoro al produttore in realtà il prezzo al pubblico dovrebbe aumentare solo di 5 centesimi al chilo, circa, ma garantirebbe la corretta sostenibilità delle aziende agricole a tutela della sicurezza del prodotto. AssoBio e i proprio associati sono pronti a confrontarsi anzitutto con le organizzazioni dei produttori socie di FederBio, per trovare un accordo che metta in trasparenza la ripartizione del valore lungo tutta la filiera, nell’ambito di una corretta pratica di coltivazione biologica”.

 

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