“Il Governo italiano apra un confronto programmatico trasparente con i parlamentari nazionali e europei, i sindacati, le associazioni ambientaliste, di produttori e della società civile perché l’Italia diventi capofila di nuove politiche commerciali che lavorino meglio per l’economia, per i diritti, per l’ambiente e per i territori. Nel frattempo respinga l’offensiva di Trump per un nuovo trattato transatlantico come e peggio del TTIP”. A chiederlo sono un gruppo di parlamentari e organizzazioni italiane e internazionali durante una conferenza stampa organizzata dalla Campagna Stop TTIP-CETA Italia.
La campagna ha chiesto anche lo stop al Ceta, il trattato con il Canada, “bocciandone la ratifica” e a “trattati discutibili come l’EU-Vietnam”e “il pericolosissimo EU-Mercosur che premia con una facilitazione commerciale l’attacco di Bolsonaro all’Amazzonia e al clima”.
Giacomo Barbieri dell’internazionale della Cgil denuncia: “Il commercio sta diventando un assopigliatutto e interferisce sui diritti dei cittadini. Assistiamo, con il Ttip a una Commissione UE che riprende un accordo discusso fuori dal mandato e lo modifica in conferenza stampa. Per gli Usa non c’è accordo senza un capitolo sull’agricoltura e l’hanno chiarito in carte ufficiali più volte. È inaccettabile che il ministro Amendola spinga il nostro Paese all’accordo in nome di buoni rapporti tra noi e Usa, gli stessi che usano il commercio come forma di ricatto per scelte politiche”. Federica Ferrario di Greenpeace ha aggiunto che “Siamo di fronte a un nuovo tentativo di livellare al ribasso le cosiddette barriere non tariffarie, ovvero le norme europee a tutela di salute e ambiente basate sul Principio di Precauzione, per forzare l’arrivo sul mercato europeo di prodotti frutto di agricoltura industriale e di OGM, mal mascherati col nome di New Breeding Techniques”.
Lorenzo Fioramonti, ex ministro dell’Istruzione, (gruppo misto) ha detto che “Non possiamo lasciare il tema della Protezione della qualità e dei territori a chi pratica un nazionalismo settecentesco. Esistono valutazioni sull’impatto ambientale del commercio internazionale possiamo fare una negoziazione al rialzo semplicemente esportando gli standard europei e proponendoci, come Italia, come capofila in questa direzione a partire dalle competenze espresse in questi anni”.
Maria Grazia Mammmuccini di Federbio ha spiegato che “L’interesse degli Usa per l’agricoltura, che doveva essere esclusa dal mandato europeo, ci preoccupa e non poco. A Vinitaly è stato presentato il Trend delle richieste dagli Stati Uniti biologico e vitigni autoctoni. Tutte cose che non riusciremo a garantire con gli accordi di questo tipo e con le nuove biotecnologie”. Francesco Paniè a nome di Terra! ha aggiunto che “se pensiamo che un’azienda agricola negli Stati Uniti misura mediamente 180 ettari, mentre in Italia non arriva a 12, è evidente come la ulteriore deregulation richiesta dagli emissari di Trump possa mettere sotto pressione il settore primario nel nostro paese, che vive già una crisi profonda a causa di una competizione globale senza vincoli di sostenibilità ”.
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