Dall’Epa, l’Agenzia statunitense per l’ambiente che ha anche competenza sui pesticidi, al dipartimento di Giustizia, l’amministrazione Trump corre in soccorso della Bayer–Monsanto che è ricorsa in appello contro il maxi risarcimento a cui è stata condannata a versare Edwin Hardeman che si è ammalato di cancro dopo aver utilizzato il Roundup, l’erbicida a base di glifosato più usato al mondo.
Epa e dipartimento di Giustizia sono stati chiamate a esprimersi in merito alla posizione della multinazionale nel processo di appello che si tiene a San Francisco dando sostanzialmente ragione a Bayer-Monsanto come riporta il Wall Street Journal: Monsanto, sostiene Epa, anche avendo voluto non poteva inserire in etichetta l’avvertenza di pericolo sull’uso del glifosato e l’insorgenza di cancro perché la stessa Agenzia non avrebbe autorizzato l’allert sulla confenzione in quanto da sempre sostiene che non esiste un legame tra glifosato e cancro, come afferma invece la Iarc dell’Oms.
“Il parere dell’Epa – scrive il Wall Street Journal – potrebbe fornire a Bayer ulteriori munizioni. L’argomento centrale di chi ha fatto causa alla multinazionale è che Bayer sapeva che il suo erbicida rappresentava un rischio di contrarre il cancro e poteva avvertire i suoi clienti. Un argomento che ora può essere contestato più facilmente perché il principale regolatore del prodotto, l’Epa, vietava ai produttori di inserire un tale avvertimento sulle confezioni”.
I giudici della corte d’appello tuttavia “potrebbero non essere d’accordo con la posizione espressa dall’amministrazione statunitense”, ha spiegato l’avvocato di Hardeman visto che in passato hanno tenuto conto delle evidenze scientifiche del legame tra glifosato e cancro e non delle posizioni “assolutorie” espresse dall’Epa.