“Siamo prigionieri nella prigione di Qingpu”, l’Sos sulle cartoline di Natale di Tesco

“Siamo prigionieri stranieri nella prigione cinese di Shanghai Qingpu. Costretti a lavorare contro la nostra volontà. Aiutateci e informate l’organizzazione per i diritti umani”.

La scritta ritrovata sul retro di una cartolina di auguri per Natale da un cliente britannico dei supermercati Tesco ha fatto il giro del mondo. Tanto che il big della grande distribuzione ha immediatamente sospeso i rapporti con il fornitore cinese di carte e cartoline di Natale. “Non accettiamo l’uso dei lavori forzati e non lo permetteremo mai nella nostra catena di forniture”, ha immediatamente commentato un portavoce di Tesco. Aggiungendo: “Siamo rimasti sconvolti da queste accuse e abbiamo immediatamente sospeso il rapporto con la fabbrica in cui vengono prodotte queste carte e inoltre abbiamo avviato un’indagine».

Con la vendita delle cartoline natalizie Tesco dona 300.000 sterline all’anno alle associazioni benefiche (British Heart Foundation, Cancer Research UK e Diabetes UK)

Chiamato in causa dall’opinione pubblica mondiale, il governo di Pechino nega. “Posso dirvi responsabilmente che, dopo aver chiesto chiarimenti ai dipartimenti competenti, la prigione di Shanghai Qingpu non ha affatto casi di lavoro forzato da parte di detenuti stranieri”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, durante un consueto incontro con la stampa a Pechino.