Pfas, lo studio dell’Università di Padova: alterano anche la fertilità femminile

PFAS

Una nuova evidenza dei problemi per la salute causati dai pfas, sostanze al centro dello scandalo della contaminazione delle falde acquifere in Veneto. Secondo quanto sostiene il gruppo di ricerca dell’Università di Padova, coordinato da Carlo Foresta, con Andrea Di Nisio e Manuela Rocca, le sostanze perfluoroalchiliche danneggiano la fertilità femminile.

Le patologie coinvolte

Le patologie riproduttive femminili – ad esempio alterazioni del ciclo mestruale, endometriosi e aborti, nati pre-termine e sottopeso – possono essere correlate all’azione dei pfas sulla funzione ormonale del progesterone, ormone femminile che agisce a livello dell’utero. A riportare la notizia è l’Ansa, che spiega come l’analisi sulle cellule endometriali in vitro ha dimostrato che i Pfas interferiscono vistosamente sulla regolazione dei geni espressi a livello dell’endometrio; su più di 20mila geni analizzati, il progesterone normalmente ne attiva quasi 300, ma la ricerca ha riscontrato che in presenza di Pfas ne vengono alterati 127, tra cui quelli che preparano l’utero all’attecchimento dell’embrione e quindi alla fertilità.

Lo scorso anno evidenziati i problemi alla fertilità maschile

Nel 2018 lo stesso gruppo di ricerca aveva individuato i problemi alla fertilità maschile causati dagli stessi pfas, in particolare allo sviluppo del sistema uro-genitale, interferendo con l’attività del testosterone. Il professor Foresta ha commentato così: “A questo punto la comprensione di un’interferenza importante dei Pfas sul sistema endocrino-riproduttivo sia maschile che femminile e sullo sviluppo dell’embrione, del feto e dei nati, suggerisce l’urgenza di ricerche che intervengano sui meccanismi di eliminazione di queste sostanze dall’organismo, soprattutto in soggetti che rientrano nelle categorie a rischio”.