L’allarme clorpirifos metile all’interno degli 11 plessi degli istituti I.O. “Giulio Cesare” e I.C. “Cencelli” del Comune di Sabaudia, probabilmente causato da una disinfestazione, ripropone il paradosso della distinzione formale tra biocidi e prodotti fitosanitari. L’utilizzo dello stesso pesticida, infatti, secondo le normative attuali, deve rispettare regole diverse in relazione alle finalità di utilizzo, per uso agricolo e verde urbano o per la gestione di animali molesti (esempio le zanzare). A dirlo è il Wwf che denuncia da tempo il paradosso dei pesticidi pericolosi per la salute e l’ambiente che sfuggono da una rigorosa regolamentazione se utilizzati nelle città per usi non agricoli, come le disinfestazioni.
Commenta Franco Ferroni, Responsabile agricoltura e biodiversità dell’associazione: “È assurdo che la nuova bozza del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari non preveda il divieto totale di utilizzo di molecole chimiche di sintesi pericolose per la salute umana e per l’ambiente nelle aree frequentate da soggetti vulnerabili come i bambini, ma è ancora più assurdo che il principale strumento di attuazione in Italia della Direttiva europea 2009/128/CE, del 21 ottobre 2009 , che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, consenta che la stessa sostanza chimica possa essere utilizzata con regole diverse in relazione alle finalità di utilizzo, non garantendo in ogni caso la salute umana”
Il clorpirifos metile è un insetticida organofosforico tra i più usati in agricoltura e in questo caso viene classificato come prodotto fitosanitario e il suo utilizzo è regolamentato dal PAN (Piano di Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei pesticidi), attualmente in corso di revisione. Ma la stessa sostanza chimica può essere utilizzata per usi non agricoli (disinfestazioni urbane, giardinaggio) e in questo caso viene classificata come “biocida” che sfugge alle regole del PAN che pone pochi limiti per l’utilizzo dei pesticidi nelle aree frequentate dalla popolazione, in particolare dai soggetti sensibili come bambini e bambine, donne in gravidanza ed anziani, ma solo per i prodotti fitosanitari.
Il periodo di approvazione del clorpirifos in Europa terminerà a gennaio del 2020 e i produttori hanno ovviamente già presentato la domanda di rinnovo, attualmente al vaglio della revisione del sistema Ue per l’approvazione dei pesticidi. Non c’è nessuna certezza che l’autorizzazione all’uso di questo pericoloso pesticida venga negata, come già accaduto con il Glifosate, anche se l’Unione Europea sulla base del parere della sua Agenzia EFSA, sembra essere propensa a non concedere questa volta un rinnovo.
Il clorpirifos è già stato messo al bando da diversi stati europei(Germania, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Slovenia, Svezia – e da poco anche in Svizzera, mentre in Francia attualmente è autorizzato solo nella coltura degli spinaci), mentre in Italia non sono previsti limiti al suo utilizzo, come dimostra il caso della contaminazione dei plessi scolastici di Sabaudia.
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Per il Wwf non è possibile garantire la sicurezza nelle aree frequentate dalle persone più vulnerabili valutando la pericolosità di ogni singolo principio attivo utilizzato come pesticida, l’unica soluzione che può garantire la tutela della salute dei nostri bambini è l’applicazione rigorosa del principio di precauzione con il divieto di utilizzo di queste sostanze chimiche di sintesi nelle nostre città e nelle aree periurbane frequentate dalla popolazione.