Il diritto all’oblio su Google varrà solo per chi si collega dall’Unione europea. A sancire questa limitazione molto discutibile è una decisione della Corte di giustizia dell’Ue, a cui si era rivolto il popolare motore di ricerca su internet. Il diritto all’oblio non è altro che il diritto di una persona a vedere cancellati dalle pagine indicizzate su Google quelle che riportano aspetti negativi o comunque ritenuti sgradevoli dalla persona interessata, quando questi non sono più d’attualità. Il caso tipico è un imprenditore che 20 anni prima ha fallito con un’azienda e non vuole essere etichettato in quel modo ogni volta che qualcuno cerca il suo nome su Google. Oppure una persona che ha pagato per un reato commesso molti anni addietro.
I limiti
Anche per questo, lascia un po’ perplessi la decisione della Corte Ue, o quanto meno le sue conseguenze. Pensiamo, appunto, a un imprenditore o un libero professionista abituato a lavorare all’estero, fuori dai confini europei. Per lui sarà di nessun aiuto sapere che il suo diritto all’oblio si fermerà sulle sponde dell’Atlantico, del Mediterraneo e prima di arrivare in Russia. Così come, chiunque voglia reperire facilmente le vecchie informazioni (che, ricordiamo, Google non ha il potere di far cancellare dai siti che le pubblicano) ha la possibilità, usando software facilmente reperibili sul web, di simulare che ci si stia connettendo da un paese extraUe.
La storia
Nel 2016 l’authority per la privacy della Francia aveva multato Google per 100mila euro, che si era rifiutato di cancellare in tutto il mondo i contenuti passivi di diritto all’oblio in Ue, come sancito dalla Corte di giustizia nel 2014.