Gli Stati Uniti tornano alla carica contro la classificazione come “probabile cancerogeno” del biossido di titanio. Dopo aver avanzato le loro perplessità ad aprile in concomitanza con il voto della Commissione europea che è stato rimandato a data da destinarsi, gli Usa chiedono nuovamente all’esecutivo europeo “di non intraprendere ulteriori azioni” fino a quando non affronterà direttamente i membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) sulla questione.
Le osservazioni sono state fatte in una seconda dichiarazione degli Stati Uniti al Comitato sugli ostacoli tecnici agli scambi del Wto, diffuso il 23 luglio – cinque giorni dopo che l’esecutivo dell’UE ha fornito garanzie in risposta alle preoccupazioni iniziali degli Stati Uniti espresse a marzo. Anche Australia, Messico, Filippine e Russia hanno aderito al coro di opposizione internazionale ai piani di classificazione dell’UE.
Gli Stati Uniti si sono detti “delusi” dal fatto che la Commissione non ha cercato di consultare i membri dell’Organizzazione sulla classificazione “scarsamente mirata”, tanto meno di rispondere alle loro preoccupazioni. Le obiezioni degli Usa riguardano:
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- mancanza di trasparenza su come l’UE notifica e conduce consultazioni pubbliche tramite i regolamenti REACH e CLP, sia all’interno dell’UE che al Wto;
- l’applicazione errata dello standard globale armonizzato delle Nazioni Unite (GHS) per la classificazione e l’etichettatura dei prodotti chimici alla classificazione del biossido di titanio;
- preoccupazione per le classificazioni “troppo ampie” sia per il biossido di titanio che per il cobalto metallico.
Il Salvagente ha raccontato più volte delle pressioni ricevute dalla Commissione europea per non giungere ad una classificazione del biossido di titanio come probabile cancerogeno. Una classificazione di questo genere metterebbe fuori commercio una quantità enorme di prodotti visto che il biossido di titanio trova applicazione in diversi prodotti, dalle vernici ai cosmetici fino agli alimenti tra l’altro anche in dimensioni nano, ancora più pericolose come ha dimostrato il nostro test pubblicato sul numero della rivista di giugno 2019.
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Gli Stati Uniti affermano che le classificazioni sia per il biossido di titanio che per il cobalto – quest’ultimo come cancerogeno 1B per tutte le vie di esposizione – includono usi in cui “non esistono prove scientifiche di un rischio per la salute umana“.
Per quanto riguarda il biossido di titanio, affermano gli Usa nella dichiarazione, la Commissione non ha ancora spiegato perché non è stata fatta una distinzione tra particelle fini e ultra fini o nano nella classificazione e se siano disponibili deroghe a valle per articoli come giocattoli e dispositivi medici.