Caro Salvagente, ho appena letto il vostro articolo sulla questione Blu-express per il cambiamento di nomi a pagamento. A me é successo 2 volte, l’anno scorso e quest’anno, per andare da Roma a Keffalonia con la mia famiglia. In totale quest’anno abbiamo dovuto pagare un totale di 400 euro in più: 80 euro a persona e ancora 80 euro in quanto non avevo inserito il primo cognome di mia madre.
Li ho chiamati e sono stati più che scortesi, ho finalmente chiesto di parlare a un responsabile e hanno chiuso la linea. E davvero vergognoso e mi chiedo cosa si può fare in questi casi, oltre a evitare di viaggiare con questa compagnia.
Corinne Cavallin
Cara Corinne,
la prassi messa in atto dalla compagnia è stata oggetto di censura da parte dell’Antitrust che con un provvedimento adottato nell’adunanza dell’8.5.2019 ha dichiarato la pratica commerciale scorretta ai sensi degli artt. 24 e 25 del Codice del Consumo, vietandone la diffusione o continuazione ed irrogando alla società una sanzione amministrativa pecuniaria di un milione di euro. Bisogna allora distinguere i fatti, accaduti in due momenti differenti. Per quello di quest’anno bisogna capire se é avvenuto dopo la delibera dell’Autorità e in questo caso sarebbe grave perché ne era stata appunto vietata la continuazione. Se é così consiglierei alla passeggera di segnalare all’Antitrust la reiterazione del comportamento vietato, affinché venga aperto procedimento di inottemperanza, che potrebbe concludersi con un’altra sanzione.
Se invece il fatto risale ad un data precedente, così come quello avvenuto lo scorso anno, si tratta di comportamenti avvenuti prima del divieto. Ma ciò non giustifica la compagnia perché innanzitutto la prassi é stata messa in atto dopo che le erano stati contestati i fatti dall’Antitrust e mentre era in corso l’istruttoria del procedimento configurandosi un ulteriore elemento di gravità . Anche se si considera che le iniziative che Blue Panorama ha posto in essere nel corso del procedimento a tutela del consumatore non sono state ritenute pienamente idonee a superare i rilevanti profili di scorrettezza della condotta, oltre che di gravità della stessa.
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In ogni caso si tratta di azioni che sono state ritenute illegittime e la lettrice ed i suoi familiari potranno chiedere il rimborso delle somme che sono stati costretti a corrispondere in più. Consiglierei, quindi, di inviare una raccomandata contestando i fatti, richiamare il provvedimento dell’Antitrust, allegare le ricevute dei pagamenti e chiedere il risarcimento. In caso di diniego i passeggeri potranno promuovere una causa innanzi al Giudice di Pace del luogo di loro residenza.
E non bisogna dimenticare che con il deliberato la compagnia è stata invitata a comunicare all’Autorità , entro il termine di sessanta giorni, le iniziative che avrebbe assunto in ottemperanza al predetto divieto. Sarà interessante, quindi, capire cosa ha comunicato e come si sta comportando.
Non solo deprecabile, infine, la scortesia nella telefonata e la chiusura della la linea. Anche questi comportamenti, infatti, sono adottati in violazione dei diritti dei consumatori ad avere riscontri ai loro reclami.
Ringraziamo la lettrice della segnalazione, che ci aiuta indubbiamente nel nostro ruolo di vigilanza a tutela dei consumatori.