Il miele è uno dei prodotti più naturali tra quelli che consumiamo ma anche uno di quelli su cui da qualche anno nutriamo più sospetti di contraffazione. Non è un caso, dunque, se periodicamente, oltre ai controlli delle autorità europee, giornali indipendenti di test come il nostro se ne occupano. E costantemente esce qualche brutta sorpresa.
L’ultima analisi indipendente è quella che ha effettuato il giornale dei consumatori svizzeri Ktip su 12 millefiori, 4 di provenienza elvetica e 8 di origine straniera. Gli esperti hanno esaminato la qualità , la correttezza delle indicazioni di origine e hanno cercato residui di pesticidi, composti vegetali tossici e polline da piante geneticamente modificate.
Le buone notizie vengono innanzitutto dal contenuto in acqua dei campioni. Più è alto e più velocemente fermenterà il miele, producendo odori e sapori sgradevoli. Tutti i prodotti hanno mostrato un contenuto in linea coi limiti di legge (20%).
A riservare qualche sorpresa, invece, è stata la ricerca di componenti geneticamente modificati. Nei mieli di origine centro e sudamericana l’analisi ha confermato la presenza di transgenici in diversi vasetti, tra gli altri in quelli Lidl, Migros, Aldi, Langnese, Denner
In laboratorio sono stati cercati anche gli alcaloidi pirrolizidinici. Quando le api raccolgono il nettare e il polline dalle piante che contengono queste tossine, se ne possono trovare tracce anche nel miele. Il rischio, sollevato da esperimenti su animali, è che il consumo di questi alcaloidi possa essere cancerogeno. La maggior parte di queste sostanze è stata trovata nel “Miele monocristallino” di Migros Bio: quando un adulto mangia 25 grammi al giorno di questo prodotto, spiegano dal giornale svizzero, la dose di alcaloidi pirrolizidinici supera quella che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare considera priva di rischi. Per i prodotti Coop Qualité & Prix e M-Budget, invece, la stessa quantità sarebbe pericolosa per un bambino.
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