Un’allerta alimentare importante quella scattata in Campania dove è stato scoperto un grosso quantitativo di vongole contenenti milioni di batteri fecali oltre a un mix di metalli pesanti. I primi sequestri, ad opera della Capitaneria di Porto sono stati effettuati il 21 giugno scorso: in quell’occasione i militari avevano denunciato 5 persone che stavano pescando abusivamente le vongole nello specchio acqueo altamente inquinato compreso tra la foce del fiume Sarno e lo scoglio di Rovigliano. Una nuova operazione effettuata qualche giorno dopo sempre nella stessa zona, aveva permesso di sequestrate altri 4 quintali di vongole.
I mitili sono stati fatti analizzare dall’Arpa di Pozzuoli e, purtroppo, l’esito delle analisi ha tolto ogni dubbio. “Si tratta di un vero e proprio attentato alla salute” ha spiegato al Messaggero il capitano di fregata della Capitaneria di porto di Castellammare, Ivan Savarese. Le analisi effettuate dall’Arpac hanno riguardato la melma dei fondali, le vongole e acqua e i risultati, almeno quelli già resi noti, sono agghiaccianti. A partire dal contenuto della melma pescata sui fondali. I laboratori dell’Arpa Campania hanno trovato un mix di metalli pesanti con qualche traccia di sabbia e sedimenti. Si passa all’acqua, quella che le vongole filtrano per assorbire il cibo: piena zeppa di batteri e virus tra cui salmonella ed epatite. Purtroppo, tutto ciò che è contenuto nelle acque e nella melma in cui crescono, si ritrova nella polpa delle vongole. Se il limite massimo di batteri escherichia coli tollerato per la messa in commercio di frutti di mare è di 230 unità , la contaminazione di quelle pescate a foce Sarno lo supererebbe nell’ordine dei milioni. Una prima stima ufficiosa parla addirittura di 240 milioni di batteri fecali, una pericolosa bomba per l’organismo contenuta in ogni singolo mollusco. In questi casi dopo la cottura si può subire «solo» una forte intossicazione alimentare. Ma il dato dei metalli pesanti porta l’asticella dei veleni sul livello cancerogeno. Sì, perché le sostanze nocive ritrovate e non ancora del tutto censite sono talmente tante e in concentrazioni così alte da poter essere causa di tumori all’apparato digerente.
A farne le spese i consumatori perché queste vongole venivano vendute in pescheria mischiate alle altre “sane”. I dati completi verranno diffusi nei prossimi giorni: a quel punto le relazioni saranno inviate alla Procura di Torre Annunziata, che vaglierà le posizioni dei pescatori denunciati finora.