Caro Salvagente, nel 2018 il postino mi ha consegnato un sollecito di pagamento per una infrazione stradale del 2014 intestata a mio figlio, il quale ha cambiato residenza nel 2015.
La scorsa settimana ho ritirato in Posta, con delega di mio figlio, una lettera contenente la relativa ingiunzione di pagamento, indirizzata ancora alla vecchia residenza.
A vostro parere esistono i presupposti per presentare ricorso al Giudice di Pace per errato indirizzo di recapito?
M. Eusebi
 Il caso presentato dal nostro lettore richiama innanzitutto l’attenzione sulle regole da seguire in caso di cambio di residenza: come sappiamo, il cittadino deve comunicare il cambio all’Ufficio Anagrafe con un’apposita dichiarazione, indicando anche i dati della patente e dei veicoli di appartenenza. Questi dati sono poi trasmessi, d’ufficio, dal Comune alla Motorizzazione e al Pra per l’aggiornamento dei relativi documenti e archivi, di modo che tutte le future comunicazioni relative all’uso dell’auto possano essere inviate correttamente al nuovo indirizzo. Di conseguenza – se il cambio di residenza è stato ritualmente eseguito – le eventuali notifiche fatte al vecchio indirizzo possono ritenersi illegittime.
Ma nel caso specifico, quello che ci rende perplessi è il fatto che il lettore abbia ritirato l’ingiunzione di pagamento con apposita delega del figlio: così è come se si fosse compiuta una consegna a mani, direttamente all’interessato, che il giudice potrebbe intendere come sanatoria del vizio di notifica derivante dall’errata indicazione del vecchio indirizzo.
Per questo motivo, temiamo che non vi sia molto margine per proporre un ricorso giurisdizionale.
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