Sono 600 le persone, tra giornalisti, ambientalisti, ricercatori e politici, che Monsanto monitorava solo in Francia e Germania nel 2017 durante il periodo nel quale la Ue doveva decidere se rinnovare o meno la licenza d’uso del glifosato, pesticida considerato probabilmente cancerogeno dalla Iarc dell’Oms, principio attivo dell’erbicida più usato al mondo RoundUp oggi di proprietà della Bayer. Nel mirino tuttavia c’erano anche giornalisti, scienziati e attivisti italiani.
A rilevarlo è Le Monde, il quotidiano francese che ha rivelato lo scandalo dei Monsanto Papers che gli è “costato” un monitoraggio speciale da parte della multinazionale dell’agrofarma, che scrive oggi nell’edizione on line: “Quasi 600 persone in tutto sono state monitorate in Francia e Germania da una o più società di pubbliche relazioni che agiscono per conto di Monsanto. Lo ha annunciato lunedì 17 giugno Bayer, il gruppo tedesco che ha acquistato la società agrochimica statunitense. L’obiettivo di questa operazione era l’identificazione di giornalisti, politici, sindacalisti o scienziati favorevoli o contrari alla ri-registrazione del glifosato in Europa. Ma anche la descrizione dei metodi di lobbying di alcune personalità chiave”.
Scrivono gli autori dell’articolo
Dopo la rivelazione dell’esistenza di una lista di persone, giornalisti in testa, monitorate, Bayer si è scusata e ha dichiarato che sette paesi europei erano interessati dall’attività di monitoraggio: Francia e Germania, ma anche Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e il Regno Unito, nonché le istituzioni dell’Unione europea.