In Italia le associazioni animaliste, come Lav e Ciwf, lo chiedono da tempo: ora la Germania avvia la sperimentazione di informazioni relative al tipo di allevamento nelle etichette alimentari. Un passo avanti sul fronte del benessere animale comunicato ai consumatori. A riportarlo è Frankfurter Allgemeine Zeitung. In Germania, infatti, è stata lanciata un’etichettatura uniforme sulle confezioni di carne bovina, suina e pollame, con un nuovo logo, “metodo di allevamento”, che stabilisce quattro livelli diversi di attenzione al benessere animale.
I quattro livelli
Il primo livello, “allevamento in stalla”, risponde ai requisiti minimi di legge. Il secondo livello, “allevamento in stalla plus”, garantisce che la carne provenga da animali che hanno a disposizione almeno il dieci per cento di spazio in più e maggior materiale manipolabile (utile per evitare che gli animali si mordano, mutilandosi), rispetto agli standard di legge. Il terzo livello, denominato “clima esterno” assicura ancora più spazio e contatto con l’aria fresca. Il quarto livello, “premium”, indica che gli animali hanno la possibilità di muoversi all’aperto. A questo livello dovrà appartenere la carne bio.
Pareri discordi
Per alcune associazioni dei consumatori, secondo quanto riporta agrapress, che cita il giornale tedesco, l’etichettatura è stata oggetto di critiche da parte dell’organizzazione dei consumatori “che la reputa, semplicemente, una presa in giro”. Esperti di nutrizione del gruppo dei Verdi, invece, sono favorevoli perché i consumatori hanno il diritto di conoscere, per ogni pezzo di carne che acquistano, in che modo sia stato allevato l’animale da cui proviene.