La cattiva alimentazione uccide più del tabacco. Lo studio su Lancet

obesità

Troppi grassi, sale e zuccheri. E anche carne rossa e cibi trasformati in eccesso. Ma sopratutto poca frutta e verdura. La cattiva alimentazione “nuoce” più del tabacco ed è responsabile di un decesso su cinque. È il drammatico bilancio tracciato dal Global Burden of Disease dell’Institute of Health Metrics and Evaluation (Ihme) di Seattle, che ha indagato sugli stili alimentari di 195 paesi al mondo, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista medica Lancet.

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I principali fattori di rischio emersi sono: assunzione di troppo sale, carne rossa e bevande zuccherate e dall’altro lato scarso consumo di cereali integrali, frutta, noci e semi, verdure e Omega 3 da pesce e frutti di mare. Israele ha registrato il più basso tasso di decessi legati all’alimentazione pari a 89 su 100.000 abitanti, seguiti da Francia (89,1), Spagna (89,5) mentre l’Italia è più indietro con a 107,7. Molto peggiore la situazione nel Regno Unito (23° posto) con 127 decessi ogni 100mila cittadini e gli Stati Uniti al 43° posto con 171. L’Uzbekistan ultimo, con 892 morti.

“Anche nei paesi mediterranei cibo non ottimale”

Lo studio ha rilevato che nutrirsi bene potrebbe prevenire un decesso su cinque in tutto il mondo. Sebbene le diete varino da un paese all’altro, mangiare poca frutta e verdure e troppo sale rappresenta un rischio concreto che miete 11 milioni di vite all’anno. “I nostri risultati – scrivono i ricercato su Lancet – mostrano che una cattiva dieta è responsabile di più morti di qualsiasi altro rischio a livello globale, compreso il fumo di tabacco“. Nel 2017 il tabacco era associato alla morte di 8 milioni mentre l’ipertensione era legata a 10,4 milioni decessi. I paesi che hanno una dieta prevalentemente mediterranea e quindi mangiano più frutta, verdura, noci e legumi, hanno registrato livelli di rischio più basso. “Ma nessun paese – scrivono gli autori – ha un livello ottimale di consumo di tutti gli alimenti salutari. Anche nei paesi che seguono una dieta mediterranea, l’alimentazione non è ottimale”.