Il consorzio di tutela del prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg presenta il protocollo viticolo che vieta l’utilizzo del glifosato nel territorio di produzione. Con questa decisione, il Conegliano Valdobbiadene diventa la più estesa zona omogenea in Europa ad aver vietato l’uso della sostanza chimica cancerogena, utilizzabile in agricoltura in Europa, nonostante le polemiche.A decidere di vietare questa sostanza erano state lo scorso anno le amministrazioni locali dei 15 Comuni sui cui territori insiste la denominazione ed il Consorzio di tutela, mentre il protocollo è di fatto un documento tecnico redatto da una commissione di esperti con lo scopo di razionalizzare l’utilizzo di fitofarmaci e proporre anche tutte le buone pratiche agronomiche che possano aiutare la sostenibilità .
Cosa fa l’altro consorzio?
Il presidente del Consorzio, Innocente Nardi, ha spiegato all’Ansa: “Sono state coinvolte associazioni di categoria (Coldiretti, Cia e Confagricoltura) e stakeholder, a testimonianza della volontà del nostro territorio di fare squadra. Le famiglie produttrici sono 3.300, è stato un cammino di migliaia di persone proseguito a piccoli passi nella stessa direzione”. va ricordato però che il protocollo viticolo e il disciplinare di produzione de prosecco Valdobbiadene sono due cose diverse: quest’ultimo è imposto per legge, e sottostà a controlli pubblici. L’altro famoso consorzio, il prosecco Doc, ha deciso di eliminare glifosato, insieme agli altri due pesticidi mancozeb e folpet, ma è ancora in attesa dei passaggi istituzionali al ministero delle Politiche agricole per cambiare il disciplinare. Si spera che nelle bottiglie fatte con la vendemmia 2019, le tracce di tanti pesticidi siano solo un ricordo. Nel giugno del 2018 il Salvagente ha presentato i risultati dei test di laboratorio su 12 bottiglie di prosecco, trovandovi diversi pesticidi (anche 7 in un solo calice).
Il nuovo impegno della Docg
Oltre al Protocollo, fra i progetti del Consorzio c’è ora la certificazione “Sistema di qualità nazionale di produzione integrata” (Sqnpi), un’esperienza pilota sull’utilizzo di tutti i mezzi produttivi e di difesa delle coltivazioni dalle avversità in modo tale da ridurre al minimo l’uso in vigneto delle sostanze chimiche di sintesi. Per ottenere la certificazione, affidata ad un soggetto terzo individuato nell’ente Valoritalia, saranno predisposte attività di controllo, come l’attuazione di un numero significativo di analisi delle uve prodotte, per accertare qual è stato l’effettivo impiego in vigneto delle sostanze chimiche. Il target è di arrivare ad una quota di aziende certificate pari al 25% entro il 2021 e di incrementare il numero del 10% in ciascuno degli anni successivi.