In Germania va in scena un clamoroso scontro tra ministeri sul glifosato. A febbraio l’ufficio per la tutela dei consumatori e la sicurezza alimentare, dipendente dal ministero dell’Agricoltura, ha dato il via libera a 18 prodotti fitosanitari, tra cui uno contenente il famoso erbicida della Monsanto, potenziale cancerogeno. La reazione del ministero dell’Ambiente è arrivata a stretto giro, affermando che quest’ultimo “non è autorizzato”.
Botta e risposta
Secondo il ministro per l’ambiente Svenja Schulze, infatti, sono stati ignorati i requisiti dell’Agenzia federale dell’ambiente che prevedevano la creazione di aree di compensazione, necessarie a proteggere la biodiversità. Nel novembre 2017, come ricorda il portale lavitabio.it, l’allora ministro federale all’agricoltura Christian Schmidt, decise in aperta violazione delle indicazioni di governo di appoggiare il pesticida. Intervenne la cancelliera Merkel a rassicurare sulla posizione tedesca impostata sulla prudenza. Adesso, il nuovo ministro Julia Klöckner, ci riprova. Nel corso di un programma televisivo, Schulze l’ha accusata di aver concesso l’autorizzazione, sotto forma di proroga fino alla fine di questo anno, per 18 pesticidi, uno dei quali contiene glifosato.
L’accordo di coalizione
L’accusa principale è quella di aver infranto la consuetudine di decidere di comune accordo. L’ufficio del ministero dell’Agricoltura che ha concesso la proroga invece sostiene si tratta solo di una compensazione per arrivare a dei requisiti di classificazione necessari dal 2020. Lo scontro è anche uno scontro tra le posizione dei due principali partiti, la Cdu (i centristi cattolici, partito del ministro dell’Agricoltura) e la Spd (socialdemocratici) partito del ministro dell’Ambiente. In ogni caso, va detto, nell’accordo di coalizione era prevista la limitazione di pesticidi a base di glifosato, con l’obiettivo di eliminarlo prima possibile. La Germania nei giorni scorsi è uscita dal comitato ristretto sul glifosato, che deve preparare il parere in base al quale l’Efsa darà la sua posizione. Entrambe le notizia fanno pensare a tentativo di defilarsi su una scelta così spinosa, nel paese della Bayer (che ha acquisto la Monsanto), a pochi mesi dalle elezioni europee.
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