Il panel test non si tocca. In vista del prossimo incontro del Comitato consuntivo del Coi, il Consiglio oleicolo internazionale, in programma in Egitto a fine aprile, la delegazione italiana si presenterà compatta, dalla produzione alla trasformazione, dalla commercializzazione all’industria, nella difesa dell’analisi sensoriale “quale unico metodo oggettivo insostituibile per la classificazione degli oli” e quindi della prova che “tutela la qualità dell’extravergine“, contro la quale da sempre si è espressa la Spagna che ne chiede da tempo l’abolizione.
Il 13 marzo presso il ministero delle Politiche agricole si sono incontrati tutti i protagonisti della filiera olivicola italiana e hanno concordato un documento unitario che sarà inviato nei prossimi giorni al Coi ed alla Commissione europea per ribadire che la prova del panel test che, insieme alle analisi chimiche, serve a definire la categoria merceologica dell’olio ed è, a partire dal Regolamento Ue 2568 del 2011, obbligatoria per legge e riconosciuta come metodica oggettiva per valutare, ad esempio, l’assenza di difetti organolettici di un vero olio extravergine di oliva.
“Sono molto soddisfatto per il clima di grande unione su temi importanti per il futuro del nostro settore”, ha dichiarato il presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, che ha aggiungo: “Prendo atto con soddisfazione della battaglia che il ministro Centinaio ed il ministro Moavero hanno intrapreso nel far valere le ragioni del nostro paese nelle scelte dei vertici del Consiglio oleicolo internazionale”.
Tutti i protagonisti della filiera italiana hanno inoltre convenuto sulla necessità di rivedere i parametri per la classificazione dell’olio d’oliva e di estendere l’obbligo della registrazione telematica e della tracciabilità a tutti i paesi produttori europei.