“È comunque veleno”. La posizione della Commissione europea sulla sigaretta elettronica è oggi quella delle parole Arūnas Vinčiūnas, capo del gabinetto del commissario europeo per la Salute Vytenis Andriukaitis. Secondo Vinčiūnas, infatti la Commissione europea non vuole sedersi al tavolo di discussione con l’industria del tabacco per ridiscutere la regolamentazione relativa allo svapo. Come riporta lo stesso portale, la settimana scorsa (30 gennaio) il funzionario dell’Ue ha parlato a un evento Euractiv, in cui molti partecipanti hanno chiesto un dialogo più ampio con i responsabili delle politiche su argomenti di salute delicati come il tabacco. Alla domanda sul perché la Commissione abbia sistematicamente rifiutato di incontrare rappresentanti dell’industria del tabacco durante l’attuale legislatura, Vinčiūnas ha risposto: “C’è riluttanza e un atteggiamento specifico nei confronti delle industrie del tabacco”, “Stiamo lottando per mettere insieme le due parti per discutere delle cose semplici, e le persone sono, a volte, molto testarde”, ha aggiunto.
Meno nocivo, ma comunque veleno
“Ci sono rapporti scientifici che affermano che le sigarette elettroniche sono meno dannose delle sigarette”, ha affermato. “Ma è ancora tabacco”, aggiungendo “Puoi bere meno veleno, ma alla fine è ancora veleno”. Pochi giorni prima, il commissario europeo per la salute Andriukaitis, durante un discorso ad Atene, aveva attaccato le sigarette elettroniche: “Non possiamo negare la realtà. Non possiamo continuare a fingere che le sigarette elettroniche servano a smettere di fumare quando vediamo così tanti giovani che iniziano a fumarle”. Al centro della richiesta di confronto dell’industria del tabacco l’appello a riconoscere la funzione del vaping come metodo per smettere di fumare. Come ha dichiarato James Murphy, responsabile della riduzione del rischio di British American Tobacco (BAT)a Euractiv, “La comunità della sanità pubblica deve adottare una visione coerente basata sulla scienza sui prodotti del tabacco di nuova generazione al fine di informare correttamente i regolatori di tutto il mondo e quindi modellare un quadro stabile”.
Ma in Europa c’è chi la pensa diversamente
Va detto che la posizione della Commissione europea non fa differenza tra i prodotti che funzionano riscaldando il tabacco, come l’iQos, e le sigarette per lo svapo, che invece vaporizza dei liquidi aromatici che solo in alcuni casi contengono anche nicotina, ma non tabacco. Al di là di questo aspetto, che appare un po’ confusionario, c’è da aggiungere che la posizione dell’Ue non è affatto maggioritaria in Europa. Si prenda per esempio la Gran Bretagna, dove la sanità pubblica ormai da anni commissiona campagne mediatiche per sostenere lo svapo come riduzione del danno, o l’appello di decine di studiosi all’Oms. Come che sia, il funzionario della Dg salute della Commissione ha tagliato corto: “Una relazione sulle e-sigarette è prevista per il 2021 secondo la direttiva sul tabacco”, non prima.
Il commento di Sigmagazine
Sulla questione interviene anche Barbara Mennitti, giornalista di Sigmagazine, giornale di riferimento dello svaping italiano: “Le dichiarazioni del capo di gabinetto del commissario Andriukaitis non sorprendono, perché sono in linea con la visione espressa in questi anni e che ha portato a regolamentare uno strumento di riduzione del danno come un prodotto del tabacco. La speranza per il settore è che la prossima Commissione, che sarà votata alla fine di quest’anno da un Parlamento europeo rinnovato, abbia vedute più aperte sulla riduzione del danno da fumo e dia alla sigaretta elettronica la considerazione che merita, alla luce dei numerosi studi che ne dimostrano l’estrema efficacia per smettere di fumare e l’estrema minore pericolosità rispetto al tabacco”.
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