Al primo posto c’è il Belgio con ben 2.188 lobbisti iscritti nei registri pubblici per poter avere accesso alle istituzioni della Comunità europea. L’Italia è al 5° posto dopo Germania, Gran Bretagna e Francia. La classifica viene stilata ogni anno dalla rivista svizzera in lingua tedesca SonntagsBlick che pubblica l’annuale Registro sulla trasparenza. Ma al di là dei lobbisti iscritti conta chi si rappresenta. Gli Stati Uniti sono all‘8° posto con 395 “influencer” iscritti e la Svizzera al decimo posto ma quasto non significa che per le aziende – e multinazionali – che risiedono in questi Stati sia meno importante l’attività persuasiva per influenzare i processi decisionali della Ue. Basti pensare che, come riporta lo Sportello dei Diritti, società e associazioni elvetiche spendono da 45 a 60 milioni di franchi l’anno per influenzare il processo legislativo europeo.
L’investimento di Novartis, Roche, Phlip Morris e Sygenta
Negli ultimi anni, l’attività di lobbismo da parte elvetica si è intensificata, secondola rivista svizzera. Nel gennaio 2016, la lista Ue annoverava 171 organizzazioni svizzere. Sulla base di un grafico pubblicato dal SonnatgsBlick, su 259 entità svizzere registrare a Bruxelles, 118 rappresentano il mondo imprenditoriale. Vi sono rappresentate società come Novartis, con 14 collaboratori e spese per quasi 2,5 milioni di euro, e Roche (7 collaboratori, 1,2 milioni di euro), come anche le grandi banche UBS e Credit Suisse, o multinazionali come Philip Morris e Syngenta.