Meno di un anno dopo l’entrata in vigore dei Regolamenti generali sulla protezione dei dati (GDPR), la Commissione nazionale francese per l’informatica e le libertà (Cnil) ha imposto a Google una multa di 50 milioni di euro per non aver rispettato il nuovo regolamento. L’indagine, spiega 60 millions de consommateurs, parte da due reclami delle associazioni None of your Business (Noyb) e La Quadrature du Net, che hanno raccolto le dichiarazioni di 9974 persone. Il Cnil ha indagato e ha concluso riguardo Google: “serietà delle carenze rilevate che riguardano i principi essenziali del GDPR: trasparenza, informazione e consenso”.
Quando si crea un account Google, la società analizza acquisti, dati inviati e ricevuti, i file, foto e video, dati di localizzazione, i video guardati, le ricerche effettuate, le applicazioni utilizzate o i dati memorizzati sul telefono. “Gli utenti non sono in grado di comprendere l’entità dei trattamenti implementati da Google” né “il grado di intrusione nella loro privacy”, afferma la Cnil, e questo a causa di indicazioni fornite troppo vaghe o incomplete per quanto riguarda i dati trattati, il loro scopo e il loro periodo di conservazione. La multa rappresenta lo 0,05% del fatturato globale della società, che ammontava nel 2017 a 96 miliardi di euro. Il colosso del web ha già annunciato che farà appello al Consiglio di Stato contro questa decisione.