Idrocarburi nei campi, il ministro Costa difende la norma. I Verdi: “Cambiate il decreto”

Ogm

“La norma sui fanghi da depurazione punta a proteggere i cittadini e bloccare chi fino ad oggi ha sparso veleno nei campi”, precisa in una nota il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che difende l’articolo 41 del decreto Genova e gli emendamenti presentati dalla maggioranza che intervengono sui contaminanti contenuti nei fanghi di depurazione che possono essere impiegati in agricoltura. Di diverso avviso Angelo Bonelli, segretario dei Verdi che per primo ha sollevato il caso dell’articolo 41 che, come ha ripetuto oggi in conferenza stampa, chiede la cancellazione dell’articolo 41 “prevede un aumento di venti volte degli idrocarburi presenti nei fanghi di depurazione da spargere sui terreni agricoli. I valori consentiti per gli idrocarburi con catene di carbonio comprese tra C10 e C40, grazie a questo articolo, sono stati alzati da 50 mg/kg a 1.000 mg/kg. Non solo: la misurazione dei livelli non sarebbe effettuata sulla ‘sostanza secca ‘, ma sul cosiddetto ‘tal quale’ cioè un campione cui può essere aggiunta acqua riducendo quindi la concentrazione di idrocarburi”.

Bonelli: “Gli emendamenti peggiorano il decreto”

Secondo Bonelli, inoltre, gli emendamenti presentati dai parlamentari Flavio Di Muro (Lega) e Gianluca Rospi (Movimento Cinque Stelle) peggiorerebbero la situazione perché aumenterebbero i limiti anche per altri contaminanti pericolosi. Per questo, attacca Bonelli “chiediamo al governo di modificare l’articolo 41 del Dl Genova” in conversione alla Camera.

Il ministro Costa: “Non parliamo di fanghi industriali”

Di tutt’altro tenore invece la posizione del ministro Costa: “Non parliamo di fanghi industriali, ma di quelli provenienti dalla depurazione di acque reflue derivanti da scarichi civili e da insediamenti produttivi dell’agroalimentare. Questi fanghi sono ricchi di sostanze organiche e vengono usati come ammendanti – aggiunge Costa – È lo stesso concetto del compost che anche a casa possiamo realizzare. Chi mischia i valori dei fanghi con quelli del suolo, dunque, o ignora completamente ciò di cui parla o è in cattiva fede”.  Il ministro spiega che la necessità di normare questi fanghi nasce dal fatto che “fino ad oggi non sono mai stati adeguatamente controllati, e nelle maglie larghe di una normativa non completamente aggiornata con le attuali conoscenze scientifiche, nei campi potevano finire anche sostanze inquinanti. Inoltre – afferma Costa – data la loro composizione, gli idrocarburi presenti nei fanghi non sono necessariamente pericolosi”.

Nell’articolo 41 del decreto “Genova e altre emergenze”, si conclude la nota del ministero, sono stati attribuiti specifici parametri agli idrocarburi ed è stato inserito il riferimento a sostanze specifiche come diossine, furani, selenio, berillio, cromo, arsenico e altri microinquinanti pericolosi come toluene e Pcb. Sostanze che servono a “marcare” la qualità del fango, e a capire se la sua provenienza è dubbia.

 

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