Caro Salvagente,
a fine giugno ho effettuato regolare disdetta della mia linea Tim con successiva migrazione verso un altro operatore, in seguito alla modifica unilaterale del contratto del primo luglio. Il 10 luglio la migrazione è stata effettuata con successo.
Controllando sul portale online Tim, però, ho trovato che la linea risulta ancora attiva. Contattando entrambi gli operatori ho scoperto che il mio piano Fastweb comprende soltanto la parte dati e quindi soltanto quella è stata migrata. Per questo, visto che la parte voce è ancora attiva, anche la linea Tim lo è.
Il 7 agosto via fax ho rettificato la richiesta di disdetta, includendo la cessazione della parte voce, come mi era stato detto dal 187. A tale richiesta mi hanno risposto il 31 agosto rifiutando la rettifica e confermando la fatturazione emessa. Il 17 agosto ho contattato la Tim via Twitter chiedendo più informazioni a riguardo e due giorni dopo, finalmente, hanno provveduto a chiudere la linea.
Attualmente è stata già emessa la fattura per il mese di luglio e secondo il supporto via Twitter verrà emessa la fattura fino al 19 agosto più i costi di cessazione. Ho già provveduto a contestare la fattura del mese di luglio via fax.
Secondo me la linea era da considerarsi cessata il 10 luglio a seguito del passaggio verso altro operatore, perciò non devo altri soldi, dopo non ho potuto ne voluto usufruire del servizio Tim, visto che avevo già restituito il modem e il servizio presso l’altro operatore era già attivo.
Luigi Gimmi
Caro Luigi, situazione davvero ingarbugliata la sua. Abbiamo chiesto a Valentina Masciari responsabile utenze dell’associazione di consumatori Konsumer Italia, di aiutarci a dipanare la matassa burocratica in cui è rimasto invischiato. Ecco cosa ci ha risposto.
Cerchiamo di mettere ordine in questa situazione: il lettore, seguendo la giusta procedura, ha comunicato la volontà di recedere dal contratto Tim, per variazione unilaterale delle condizioni contrattuali, mediante portabilità verso altro operatore.
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Tim ne prende atto e si aspetta una richiesta in tal senso da parte dell’operatore subentrante. Il Sig. Gimmi, però sottoscrive con Fastweb un contratto solo per la parte dati: inevitabile che la linea voce abbia continuato a essere attiva con il precedente gestore, Tim, che quindi ha continuato a tariffare al cliente i costi di periodo.
Alla luce di ciò, è corretto da parte di Tim, aver richiesto la specifica per la cessazione ed è corretto che consideri i costi fino alla data di cessazione del 19 agosto.
Meno corretto l’addebito dei costi di cessazione, perché comunque il signor Gimmi aveva comunicato nei tempi la sua volontà di recedere; se concretamente il recesso vero e proprio è poi avvenuto con altra modalità, non ritengo sia fondamentale ai fini della validità della procedura. Se invece si cerca di trovare una scusa per applicare, a prescindere, le penali, cosa che a dire il vero viene quasi sempre fatta anche se tutti gli aspetti di un recesso per variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali sono stati seguiti alla lettera dai clienti, allora è un altro discorso.
Certo è che questa prassi delle variazioni unilaterali dei contratti, da parte dei vari gestori, sta veramente assumendo proporzioni mai viste: quasi ogni mese c’è una variazione e ogni volta ci sono clienti che si scontrano con recessi e contestazioni per applicazioni di penali che i gestori, per i motivi più disparati, applicano e considerano dovute, nonostante l’AGCOM abbia regolamentato tutti gli aspetti del processo e quindi anche quello delle penali, del rimborso di sconti applicati e di eventuali importi promozionali goduti.