“Sono mesi ormai che la foresta Indonesiana continua a bruciare. Dall’inizio dell’anno sono stati appiccati quasi 10.000 incendi che stanno mettendo in pericolo le foreste e la popolazione. Sappiamo di chi è la responsabilità ”. Inizia così la lettera aperta con cui Greenpeace invita tutti a firmare una petizione per chiedere alle multinazionali di non acquistare più olio di palma che distrugge le foreste.
I big che lucrano
I tratti di foresta indonesiana che bruciano ripetutamente ogni anno sono gestiti -tramite concessioni- da aziende che producono olio di palma e lo rivendono a Nestlé, Unilever, Mondelez. “Multinazionali che in passato hanno fatto solo promesse sull’olio di palma – scrive Greenpeace -Ora servono fatti concreti”
Ettari in fumo
L’olio di palma è presente in gran parte dei prodotti che acquistiamo. È una materia prima a basso prezzo per le multinazionali che lo commerciano, ma il suo prezzo reale è molto più alto: per poter espandere in maniera indiscriminata le piantagioni di palma da olio (dal cui frutto si ricava l’olio di palma), le torbiere vengono drenate, le foreste vengono bruciate e gli animali perdono il loro habitat naturale. Greenpeace spiega: “Inoltre queste piantagioni sorgono su terreni che le multinazionali sottraggono -a volte anche con violenza- alle popolazioni locali. Chi lavora queste terre è vittima di sfruttamento ed esposto a pericolosi pesticidi”. Per firmare la petizione, basta cliccare qui.