Nonostante si facciano tanti proclami sul bisogno di non sprecare il cibo, sulla sobrietà degli stili di vita e sul riciclo, i fatti ogni volta schiacciano persone e nazioni alle loro responsabilità. Oltre un terzo della frutta e verdura coltivata in Europa viene buttata prima ancora di essere venduta perché ritenuta troppo ‘brutta’, di forma o dimensioni sbagliate secondo gli standard di consumatori e supermercati. A dirlo è una ricerca condotta dall’Università di Edimburgo, secondo cui ogni anno circa 50 milioni di tonnellate di prodotti agricoli in tutta Europa vengano scartati per questo motivo. Il rapporto spiega che “l’utilizzo di canoni estetici per la classificazione e l’accettazione del cibo per la vendita e il consumo è edificato all’interno degli standard e delle regole dell’Unione Europea.
La legge c’è ma non basta
E questo nonostante vi siano diverse leggi in Europa contro lo spreco alimentare. In Italia è stata approvata nel 2016, ma si concentra soprattutto sulla possibilità di destinare gratuitamente ai bisognosi il cibo in scadenza venduto nei supermercati. Purtroppo, il grosso dello spreco dell’ortofrutta avviene a monte, prima ancora di arrivare negli scaffali.
L’impatto ambientale
Spreco che ha anche una ricaduta dal punto di vista ambientale: secondo lo studio, il cambiamento climatico collegato alla coltivazione del cibo che poi finisce sprecato è pari alle emissioni di 400 mila auto.