Extravergine, davvero per chiamarlo Italico basterà il 50% di olio italiano?

CASELLI FALSO EXTRAVERGINE CORICELLI

Le voci corrono da tempo e in questi giorni starebbero per prendere corpo: autorizzare accanto all’olio extravergine di oliva 100% italiano, l’Italico ovvero una miscela di oli al 50% italiani (o poco di più) e per il restante stranieri, comunitari e non.

“Italico? Un inganno per i consumatori”

A lanciare l’allarme l’Unasco, il consorzio nazionale dei coltivatori e produttori olivicoli che ha puntato il dito contro Coldiretti-Unaprol e Federolio: “Le parole sono importanti – ha detto il presidente dell’Unasco Luigi Canino – e il mercato olivicolo ha bisogno di parole veritiere come di prodotti genuini e trasparenti. Sono anni che combattiamo chi utilizza l’italian sounding spacciando per italiani prodotti che italiani non sono, e ora Coldiretti attraverso il suo satellite Unaprol e Federolio si mettono a ingannare i consumatori con un italian sounding interno! Se scorriamo il vocabolario apprendiamo che “itàlico “è un aggettivo che si riferisce al territorio e alla cultura, nonché – se abbinato al diritto – il complesso dei privilegi (proprietà del suolo, esenzioni, ecc.) accordati specificamente a colonie di cittadini romani, e anche a comunità provinciali, situate cioè fuori d’Italia. L’uso della definizione Italico è, nella migliore delle ipotesi, un inganno per i consumatori“.

Accordo di filiera Coldiretti-Federolio

Nel frattempo giovedì scorso è stata firmata una “storica” intesa di filiera siglata da Coldiretti, Unaprol, Federolio e Fai Spa “il più grande contratto di filiera per l’olio Made in Italy di sempre per un quantitativo di 10 milioni di chili ed un valore del contratto di filiera di oltre 50 milioni di euro con l’obiettivo di assicurare la sicurezza e le diffusione dell’olio italiano al 100% stabilizzando le condizioni economiche della vendita”.

Insomma sul futuro dell’extravergine 100% italiano si stanno addensando alcune ombre ma anche qualche luce di prospettiva. Chi la spunterà? La sensazione che la guerra dell’olio sia appena cominciata. E speriamo che non venga vinta sulla pelle dei consumatori.