Continua l’annus horribilis per Mark Zunckerberg, il fondatore di Facebook, travolto dagli scandali legato alla gestione “allegra” dei dati privati degli utenti. Dopo il caso Cambridge Analytica, adesso tocca al New York Times puntare il dito contro il popolare social network: secondo il popolare quotidiano, nel tempo avrebbe stipulato accordi con almeno 60 produttori di smartphone, tablet e altri dispositivi mobili, permettendo loro di accedere ai dati personali di migliaia di utenti e dei loro rispettivi contatti senza raccogliere prima l’esplicito consenso. Le aziende con cui Facebook avrebbe stipulato questi accordi sono diversi, ma tra i più importanti ci sarebbero Apple, Amazon, BlackBerry, Microsoft e Samsung. Secondo il New York Times, lo scambio ha permesso a Facebook di arrivare a più persone possibili, e alle compagnie di offrire ai propri utenti alcuni i servizi più popolari del social media.