L’Isde, l’Associazione Medici per l’ambiente critica duramente il recente decreto Martina (“Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica Italiana”) che, sostengono, “impone (agli agricoltori salentini, ndr) l’utilizzo di pesticidi di riconosciuta dannosità per la biodiversità, per la sicurezza alimentare e per la salute, violando apertamente i principi di prevenzione e precauzione, i diritti degli agricoltori e delle popolazioni potenzialmente esposte e danneggiando le tante imprese che hanno investito con convinzione nei metodi biologici di coltura come unica forma sostenibile di agricoltura”.
Coinvolte le coltivazioni bio
A lanciare l‘allarme nelle scorse settimana anche l’Aiab, l’Associaizione italiana agricoltura biologica, secondo la quale l’obbligo di usare pesticidi non autorizzati nel bio, scatterebbe anche sui terreni coltivati secondo i metodi “organici”. Ora la dura presa di posizione dell’Isde che spiega, il decreto obbliga, nelle aree affette da Xylella fastidiosa, all’uso tra Marzo e Aprile di erbicidi. “Si ricorda che l’erbicida più estesamente utilizzato è, ovunque, il glifosato, del quale Isde ha già denunciato i gravi rischi anche promuovendo recentemente un appello internazionale”.
Autorizzati anche i neonicotinoidi
“Lo stesso decreto – prosegue in una nota Isde – obbliga, tra Maggio e Dicembre, all’uso di insetticidi, indicando in maniera specifica alcuni neonicotinoidi e citando in maniera preferenziale l’acetamiprid in base alla sua ‘ottima efficacia’, sbilanciando di fatto la scelta verso queste sostanze altamente nocive piuttosto che verso altre (piretrine, olio essenziale di arancio dolce, pur citate nel decreto), approvate in agricoltura biologica ed a basso impatto”.
Un paradosso visto che “nello stesso periodo in cui è stato varato il decreto Martina, la Ue bandiva in tutti gli Stati l’utilizzo di imidaclopramid, uno dei neonicotinoidi citati nel decreto, perché insieme ad altri ha effetti devastanti per le api e, di conseguenza, per la tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare”. L’Acetamiprid è tra le sostanze rinvenute più frequentemente in Italia in concomitanza con fenomeni di morie o spopolamenti di alveari ed è altamente tossico per altri insetti utili quali lepidotteri e odonati.