Il test di copertina del numero del Salvagente in edicola e acquistabile nel nostro negozio on line, ha evidenziato un campione positivo alla salmonella, una delle infezioni più comuni e più conosciute, che può colpire tanto l’uomo quanto i nostri animali, sia cani che gatti. Ne abbiamo parlato con Daniela Maurizi, chimico, amministratore delegato del Gruppo Maurizi alla quale abbiamo chiesto, innanzitutto, come si spiega la contaminazione della crocchetta: “E’ vero che il processo di produzione della crocchetta presuppone un’estrusione che viene fatta a temperature molto alte, oltre i 100 gradi, che “uccide” eventuali batteri presenti nella materia prima. Tuttavia – aggiunge la Maurizi – dopo questa fase il procedimento non può dirsi concluso. Anzi. Inizia la fase più delicata“. Infatti, dopo l’estruzione che abbiamo detto si svolge a temperature tali che il batterio non riesce a sopravvivere, sulla crocchetta viene spruzzata una miscela di proteine e lipidi che da un lato migliora il profilo nutrizionale dell’alimento e dall’altro lo rende più appetibile. “Ecco, questa fase avviene a temperatura ambiente e la contaminazione da salmonella è molto probabile soprattutto se si considera che i lipidi sono una delle sostanze “predilette” dal batterio della salmonella“. Una delle tante perché il batterio non predilige una materia prima piuttosto che un’altra. A fare la differenza – sottolinea sempre la Maurizi – sono le temperature. Abbiamo detto che l’estrusione ci mette al riparo ma negli ultimi tempi si sta facendo ricorso alle cotture lente che salvaguardano i benefici nutrizionali ma aumento il rischio di contaminazione”.
Questo, però, non è l’unica fase del ciclo produttivo dove l’alimento si può contaminare. Spiega la Maurizi: “Basta un piano di lavoro non pulito alla perfezione”.
I danni all’animale
Una volta che il nostro cane o il gatto ha ingerito cibo contaminato da salmonella, questa raggiunge l’intestino dove, se i microrganismi ingeriti sono pochi, entrano in competizione con la flora intestinale per le risorse di cibo, e probabilmente moriranno di fame senza causare problemi. Se le salmonelle sono tante, però, probabilmente riusciranno a sopraffare la flora intestinale e inizieranno a svilupparsi: causeranno in questo modo febbre alta (40º-41º), forte dolore addominale, diarrea con presenza di sangue, vomito, disidratazione.
…e all’uomo
Ovviamente anche l’uomo può divenire portatore di salmonella in modo lieve. La trasmissione avviene in genere se si assumono alimenti contaminati; esempio classico ne sono uova crude e cibi che le contengano: maionese, zabaione, latte e latticini. La gravità dei sintomi varia dai semplici disturbi del tratto gastrointestinale (febbre, dolore addominale, nausea, vomito e diarrea) fino a forme cliniche più gravi (batteriemie o infezioni focali a carico per esempio di ossa e meningi) che si verificano soprattutto in soggetti fragili (anziani, bambini e soggetti con deficit a carico del sistema immunitario). I sintomi della malattia possono comparire tra le 6 e le 72 ore dall’ingestione di alimenti contaminati (ma più comunemente si manifestano dopo 12-36 ore) e si protraggono per 4-7 giorni. Nella maggior parte dei casi la malattia ha un decorso benigno e non richiede l’ospedalizzazione, ma talvolta l’infezione può aggravarsi al punto tale da rendere necessario il ricovero. Le salmonellosi nell’uomo possono anche causare lo stato di portatore asintomatico.
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I precedenti
L’infezione da salmonella è molto comune nei cibi freschi ma negli anni passati non sono mancate epidemie dovute ad una contaminazione del cibo secco. Dal 2006 al 2008, si è verificato un prolungato focolaio multistato di infezioni da Salmonella enterica sierotipo Schwarzengrund nell’uomo. Furono segnalati un totale di 79 casi da 21 stati. La fonte di infezione fu identificata – per la prima volta – nel cibo per cani secco prodotto in uno stabilimento di produzione in Pennsylvania. Nella primavera del 2012, invece, un focolaio di Salmonella Infantis è stato rintracciato in un impianto di produzione di Diamond Foods a Gaston, in Scozia. Un totale di 49 individui (47 individui in 20 stati e due individui in Canada) furono infettati dal ceppo epidemico.
Lo studio
Tra l’altro fu proprio l’incremento dei casi di contaminazione da Salmonella enterica sierotipo Schwarzengrund a suggerire una ricerca pubblicata nel 2010 su Pediatrics. Nello studio veniva dimostrata una particolare propensione dei bambini al di sotto dei 3 anni a contrarre l’infezione da salmonella contenuta nel cibo secco per cani.
Come prevenire il rischio di infezione
Per fortuna, le misure di buon senso sono quasi sempre efficaci per ridurre al minimo il rischio di infezione. Le ricapitoliamo di seguito:
- Acquistare solo prodotti (in scatola o in sacchi) senza segni visibili di danni alla confezione, come ammaccature, lacrime o scolorimento;
- Lavarsi accuratamente le mani dopo aver maneggiato cibo per animali domestici;
- Non preparare alimenti per animali domestici nella stessa area o con le stesse attrezzature / utensili utilizzate per preparare cibi umani;
- Non permettere agli animali domestici di avvicinarsi alle aree sulle quali viene preparato cibo umano;
- Refrigerare immediatamente o gettare i contenitori e gli alimenti per animali domestici inutilizzati, residui (ad es. Lattine, sacchetti);
- Se è possibile dar da mangiare all’animale domestico in un’area diversa dalla cucina.