Si accumulano le prove contro la Coca-Cola, accusata da tempo di aver influenzato, nel proprio interesse, il dibattito sulle cause dell’obesità , problema molto sentito in America. Attraverso generose elargizioni avrebbe finanziato studi che avevano l’obiettivo di smentire che il consumo di soft drinks fosse causa dell’obesità , spostando l’attenzione su altre cause, primo tra tutti lo scarso esercizio fisico.
L’ultimo in ordine cronologico a inchiodare la società americana alle sue responsabilità è lo studio pubblicato in questi giorni sul Journal of Epidemiology and Community Health che rivela il contenuto di alcune email e documenti interni della società , ora di dominio pubblico grazie all’azione di un’associazione dei consumatori.
Secondo questi documenti la Coca-Cola ha finanziato e sostenuto il Global Energy Balance Network, una rete di esperti e divulgatori per farne un'”arma” nella guerra tra industria e salute pubblica; un’arma che doveva riuscire a dare un punto di vista scientifico favorevole ai soft drinks, sostanzialmente scagionandoli dall’accusa di causare l’obesità , convincendo giornalisti ed esperti che le vere cause fossero altre. L’obiettivo, ovviamente, è quello di proteggere il proprio business, i cui profitti sono minacciati da un’onda salutista che sta mettendo in crisi i colossi dell’industria alimentare americana.
La Coca-Cola avrebbe quindi stilato una vera e propria strategia di cui il GBNE era la pedina più importante. All’apparenza un organismo onesto e indipendente da interessi aziendali, al cui interno operavano esperti del settore pronti a dare il sigillo dell’ufficialità agli studi forniti. Studi che, come detto, erano invece tutt’altro che imparziali, generosamente finanziati dalla Coca-Cola e dunque concentrati a dimostrare che le bevande zuccherate non hanno nulla a che fare con l’obesità e che la migliore risposta a questa malattia sta nella scienza dell'”equilibrio energetico” e nella comprensione del comportamento individuale e socioculturale.
Ma il messaggio per essere efficace doveva essere anche ben diffuso: di qui la messa in opera di una vera e propria campagna di convincimento di politici, esperti e giornalisti.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Le “tattiche” di convincimento proposte erano: incontri one-to-one con i decisori politici; la creazione di un programma per insegnare l’approccio del bilancio energetico agli operatori sanitari; eventi dedicati a giornalisti e blogger di fitness e salute (quindi: workshop, stage e conferenze); lo sviluppo di un sito web e l’utilizzo dei social media per fornire informazioni e materiale sull’approccio del bilancio energetico e per diffondere studi e ricerche in merito.
Insomma, secondo le segrete intenzioni della Coca-Cola, il GEBN doveva diventare “il luogo dove vanno i media per un commento su qualsiasi problema di obesità ”. Fino ad ottenere una partnership con organizzazioni globali come la American Society for Nutrition e l’International Life Sciences Institute.
Ma le cose sono andate diversamente, le segrete manovre sono venute a galla. Di fronte a prove così incontestabili, c’è da chiedersi se e come la Coca-Cola possa provare a difendere o giustificare la sua condotta.