Assegni privi del “non trasferibile”, il Parlamento corregge la sanzione

Il caso degli assegni sbagliati da migliaia di utenti, quelli che ancora avevano in casa un vecchio blocchetto senza la clausola “non trasferibile” e che li hanno usati senza ricordare di mettere la dicitura sull’assegno, arriva in Parlamento. Dopo le inchieste e le testimonianze che il Salvagente ha raccolto e rilanciato sulle maximulte che stanno arrivando a molti italiani (la sanzione va dai 3 ai 50mila euro e l’oblazione richiesta in questi giorni è per tutti 6mila euro) c’è finalmente un impegno concreto per risolvere la vicenda.

A spiegarcelo Sergio Boccadutri, pd, che proprio oggi presenterà al governo una proposta correttiva che, si augura “possa essere accolta molto presto”, già prima della fine della legislatura.

Al telefono il parlamentare ci spiega: “Nel recepire una direttiva in una manovra tanto complessa come l’antiriciclaggio, inutile nascondersi, abbiamo commesso un errore. Certo, non c’era alcuna volontà persecutoria ma è altrettanto evidente siamo andati con queste sanzioni fuori dal diritto europeo”.

Si spieghi.

La rispondenza corretta alla delega legislativa avrebbe dovuto rispettare i criteri di ragionevolezza e proporzionalità. Mi sembra evidente che le sanzioni (da 3mila a 50mila euro, ndr) non rispettano né l’una né l’altra. E tantomeno lo fa l’oblazione di 6mila euro richiesta.

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Quale potrebbe essere la soluzione?

Stabilire una percentuale relativa all’assegno emesso, recuperando anche tutte le sanzioni scattate da luglio in poi.

Dunque non si pagheranno i 6mila euro richiesti, né la maxisanzione anche nei casi in cui si sia ricevuta già la lettera del ministero dell’Economia e finanze?

No, questa questione va risolta per tutti.

Ci mette la faccia onorevole Boccadutri?

State tranquilli, è il mio ultimo impegno. Anche se non sono candidato la prendo come una responsabilità personale. L’ultima di questa esperienza politica.

Passano solo pochi minuti e arriva una prima conferma: la Commissione Finanze approva la correzione. Ora ne deve prendere atto il governo, ma metà della strada sembra fatta.