“Leggendo il testo originale dello studio di Pisa sugli Ogm pare che nessuno di quelli che ne abbiamo scritto sui giornali lo abbiano letto, perché non c’entra niente con la salute”. Gianni Tamino, biologo di lunga esperienza, già membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, smentisce la vulgata sui risultati dello studio della Scuola superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa, pubblicato su “Scientific Reports”, coordinato dalla professoressa Laura Ercoli.
Professor Tamino, questo studio, basato sulla comparazione di 20 anni di ricerche sugli Ogm è stato presentato come la pietra tombale sulla domanda: “Gli Ogm fanno male?”. Lei non è d’accordo. Perché?
Basta leggere quello che c’è scritto. Nella sintesi introduttiva già si chiarisce: “Questa meta-analisi mirava ad aumentare le conoscenze sui caratteri agronomici, ambientali e tossicologici del mais”.
Tossicologici, quindi riguardanti la salute.
In realtà non è così, perché poi chiarisce: “Numerosi tentativi sono stati condotti per sintetizzare l’enorme letteratura sulle prestazioni agronomiche ed economiche, e l’impatto ambientale del mais Ogm”. L’unica altra cosa che loro analizzano è se il mais geneticamente modificato migliori la salute della gente. E dicono, siccome si hanno meno micotossine, è migliore dell’altro.
Non è un ragionamento sufficiente?
Ma non c’è nessuna analisi sulla pericolosità o meno su altri punti di vista, per esempio sulla presenza di pesticidi o altro. Loro fanno soltanto un confronto di tutte le indagini svolte sul campo. Dicono di aver analizzato la letteratura su resa, qualità del grano, e gli effetti su organismi non bersaglio, per esempio gli insetti che possono essere danneggiati dal trattamento, gli organismi bersaglio, le piante rese resistenti agli insetti, e la decomposizione della biomassa del suolo…”.
In altre parole?
Non c’è niente sulla tossicità o sulla pericolosità per la salute.
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Almeno sulla presenza o meno di micotossine la ricerca dice la verità?
Lo studio dice che le piante geneticamente modificate hanno meno micotossine di quelle non Ogm. Se confronto lo stesso tipo di mais transgenico o non transgenico, è vero, ma se io analizzo altre piante naturalmente resistenti agli insetti, la storia è diversa. In agricoltura biologica si cercano varietà che a seconda dell’ambiente, dei patogeni presenti, sia il più resistente possibile. E poi hanno messo tutto nello stesso calderone. Non è possibile, io devo poter distinguere.
Tra cosa?
I mais geneticamente modificati sono decine, se io devo fare un confronto, la statistica devo farla per settore. Invece, non c’è nessuna considerazione da parte loro sulle differenze tra mais tollerante all’erbicida, mais resistente agli insetti.
Da come è stata interpretata la ricerca, però, appare evidente che presentando meno micotossine, il mais Ogm comporta meno rischi per la salute.
La loro analisi non prende in esame pro e contro, ma solo la presenza di micotossine. Nell’agricoltura biologica le micotossine sono meno che in quella convenzionale, e probabilmente anche uguali o meno di quella Ogm. E comunque la maggior parte delle micotossine è dovuta allo stato di conservazione post-raccolta. E poi c’è la questione glifosato.
Cosa ha a che vedere il glifosato con questa ricerca?
Il ragionamento che loro fanno non tiene conto della questione del glifosato, che però è la più importante, perché tutti i dati di tossicità nell’uomo e negli animali riguardano essenzialmente questo elemento. Basta andare a vedere i risultati dei lavori in cui si rileva la presenza di glifosato e dei suoi derivati nelle piante e si trova solo negli Ogm. E poi non si viene preso in considerazione il fatto che una volta inseriti dei geni, questi si possono spostare e alterare il funzionamento e la produzione di proteine nella pianta. in alcune piante Ogm si è visto che si possono produrre sostanze inattese, proprio perché si possono attivare geni non previsti.
I ricercatori hanno voluto chiarire che questo studio si limita a presentare dati scientifici, non ha nulla di “politico”. È d’accordo?
È sempre ambiguo, cosa vuol dire non c’è una lettura politica? Loro possono dire “non c’è nessun partito politico che ci ha chiesto di farlo”, e lo credo bene, ma non è questo il discorso. Il punto è che lo studio non parla di salute, ma degli effetti agroambientali del mais Ogm rispetto al mais della stessa linea non modificato genericamente, coltivato nelle stesse condizioni. Solo questo.