L’Antitrust mette nel mirino Apple e Samsung per obsolescenza programmata, ovvero perché i loro smartphone sarebbero programmati per non durare e indurre il consumatore ad acquistarne modelli nuovi.
In una nota il Garante spiega che dopo “segnalazioni di consumatori e di un’attività preistruttoria svolta d’ufficio” ha aperto due distinti procedimenti per pratiche commerciali scorrette nei confronti delle società del gruppo Samsung e del gruppo Apple operanti in Italia.
“Prestazioni rallentate per indurre l’acquisto di uno nuovo”
In particolare, secondo l’Antitrust le aziende “avrebbero posto in essere una generale politica commerciale volta a sfruttare le carenze di alcuni componenti per ridurre nel tempo le prestazioni dei propri prodotti e indurre i consumatori ad acquistare nuove versioni degli stessi; sarebbero stati, altresì, proposti ai clienti aggiornamenti software dei propri telefoni cellulari senza segnalare le possibili conseguenze dello stesso aggiornamento e senza fornire sufficienti informazioni per mantenere un adeguato livello di prestazioni di tali dispositivi, promossi ed acquistati per le loro specifiche ed elevate caratteristiche tecnologiche”.
Unc: “Serve una legge come in Francia”
Dopo il caso francese con l’apertura di un’inchiesta da parte della magistratura, Apple (insieme a Samsung) finiscono nel mirino anche da noi. “Bene l’apertura del procedimento, si faccia immediata chiarezza. Ma non basta. Sarebbe, infatti, di una gravità inaudita ridurre appositamente le prestazioni dei propri prodotti per indurre i consumatori ad acquistare nuove versioni” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. “Ecco perché serve che anche il Parlamento italiano faccia la sua parte, intervenendo come in Francia con una legge contro l’obsolescenza programmata ed inasprendo le pene per le pratiche commerciali scorrette”. “Chiediamo – conclude Dona – che anche la Procura della Repubblica, in caso di accertamento dei fatti, proceda sul piano penale”.
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