Trionfo dell’insalata. Perché (e come) inserirla nella dieta

La stagione delle insalate, immancabilmente anche se non solo, coincide con quella della dieta. Spazio garantito, dunque, sulle nostre tavole postvacanziere alle foglie verdi. E questo non è certo un male. Vediamone un po’ di virtù, cercando di sfatare qualche falsa credenza.

Amo le insalate, ma ho poco tempo per prepararle e preferisco quelle già pronte perché sono ottime e sicure…

VERO Questo sono i tipici prodotti della IV gamma, dove verdure e ortaggi freschi dopo la raccolta sono pochissimo manipolati e solo per garantire la sicurezza per i consumatori e la loro qualità. Per questi prodotti della IV gamma è importante la scelta delle materie prime e l’attenzione del loro trattamento per cui sono messe in celle di stoccaggio alla temperatura di non oltre i 6°C e sono lavati industrialmente almeno due volte oltre che ricevere un trattamento di decontaminazione per la sicurezza igienica. Occorre ricordare che queste insalate, comunque, non sono del tutto sterili e i microrganismi superstiti possono creare dei problemi; per cui è cosa “buona e giusta” lavare con attenzione e con acqua corrente, per chi lo vuole anche con del bicarbonato di sodio, per ridurre al minimo il rischio microbiologico. È sempre bene che si acquisti la busta di insalata più fresca, di solito sono quelle poste più in fondo sullo scaffale dei supermercati. La busta ci deve convincere con un colore gradevole e che non si presenti gonfia altrimenti è un segnale che è iniziata la fermentazione da parte dei batteri. Di solito si assicurano almeno 5 giorni di conservazione se messee nel frigo, ma sarebbe bene che una volta aperte si consumino in poco tempo e se prima di consumarle date una rapida occhiata per vedere il colore, la presenza di liquidi sul fondo, cattivi odori o anche altri difetti, sarete più tranquilli quando la consumate a tavola.

Consumavo spesso come contorno una fresca insalata, ma ora sto più attento perché dovrei condirla con sale e non è sano

FALSO Il termine “insalata” richiama alla mente l’uso di aggiungere del sale, in verità in latino il suo vero nome è “acetaria” che lascia capire come fosse in partenza un prodotto acidulo e non salato. Di solito occorre del buon olio extravergine d’oliva, i grassi in questo caso di qualità ci aiutano dal punto di vista della prevenzione anche perché i vegetali non ne contengono, serve poco aceto che può essere diluito con dell’acqua e pochissimo sale aggiunto. L’uso dell’aceto non è un problema anche se parliamo di un prodotto molto ricco di personalità che dà personalità al contorno, che permette di ridurre il sale aggiunto, che non lega i denti come invece capita quando si eccede con il limone e che rende il prodotto igienicamente più sicuro. A livello gastrico non crea alcun problema, i nostri succhi sono almeno cento volte più acidi.

Amo l’aceto di mele sull’insalata. Ma spesso lo trovo torbido e non lo prendo.

FALSO Se se vogliamo coccolarci come meritiamo davanti ad una fresca insalata potremmo usare dell’aceto di mele ad esempio. Questo aceto, meglio se biologico così è prodotto dalla polpa, dal torsolo e dalla buccia. Contrariamente a ciò che si pensa, il migliore è anche un po’ torbido. Un aceto di mele limpido e cristallino è sinonimo di aceto distillato che ha perso la maggior parte delle sostanze utili. Fra i segreti dell’aceto di mele ricordiamo che riduce i dolori alle ossa grazie all’acido malico e fra l’altro stimola la circolazione periferica drenando i depositi di cellulite indesiderati.

Mi sono accorto che nei periodi in cui mangio insalata e sono raffreddato, dimagrisco di più

VERO Uno studio molto interessante condotto anche sull’uomo, ha dimostrato che l’olfatto gioca un ruolo primario nel nostro alimentarci. A parità di calorie introdotte in un pasto, se una persona ha un olfatto molto potente tende ad ingrassare di più rispetto a chi è costipato oppure ha un olfatto poco performante. Lo studio ha dimostrato che l’olfatto e i nostri metabolismi sono ben collegati fra loro. Lo studio ci dice che non sentire l’odore del piatto ci porta a bruciare i grassi piuttosto che a conservarli sotto forma di rotolini nei fianchi. Questo dato scientifico dimostra come sia importante quando si mangi di godere di tutti i sensi e se gli occhi vogliono la loro parte e sul gusto non si può discutere, oggi è confermato che anche l’udito ha un ruolo particolare e ciò spiega perché gli Chef tendono a portare in tavola degli ingredienti croccanti che quando mangiati partecipano a farci apprezzare il lavoro in cucina. Per l’olfatto, ricordiamo che è il senso con maggiore memoria tant’è che un prato tagliato, un ragù in cottura o un profumo riaccendono immediatamente circuiti di memoria a noi sconosciuti. Oggi è chiaro che un piatto senza odori non ha scopo e neanche ci darebbe vantaggi nutrizionali e salutistici. Con questa affermazione, la fantascienza degli anni sessanta, che vedeva piatti serviti sotto forma di semplici pillole e compresse da ingurgitare, non ha trovato né troverà mai la sua realizzazione nello spazio e tantomeno sul pianeta.

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L’insalata è un piatto noioso che non mi piace perché non è facile variarlo.

FALSO L’errore che spesso si commette è quello di non provare nuove verdure, ripetere con songino, rucola, iceberg o pomodoro alla lunga ci porterà più vicino a comprendere il mondo degli erbivori, ma ci giustificherà nell’abbandonare questo prezioso piatto di contorno. La soluzione è provare combinazioni sempre nuove, aggiungere delle spezie come coriandolo, basilico, aggiungere degli oli alternativi come per esempio l’olio di noci. Insomma, l’obiettivo è crearsi più di un’insalata “personalizzata” che si adatti alla pietanza, alla stagionalità e soprattutto al nostro gusto. L’insalata è un piatto in cui si possono aggiungere senza colpo ferire anche ortaggi, oltre al pomodoro, frutta come ad esempio arancia o mele, dei pomodori secchi o anche della frutta secca come mandorle, noci etc. Lo stesso olio extravergine d’oliva aggiunto serve a fare assorbire gli antiossidanti e le vitamine presenti nei vegetali, oppure usare degli aceti come quello balsamico o come già detto quello di mele. Un grande vantaggio delle insalate e il loro basso contenuto calorico, sempre che non si ecceda in olio, noci, salsine varie e formaggi aggiunti. Ai più piccoli l’insalata non piace molto, ma seppure solo per curiosità vale sempre la pena proporgliela il più spesso possibile.