Sarà anche molto citata, ma è ancora molto valida ed è perfettamente valida quando si parla di influenza. Il celebre detto inglese: “Se non la curi dura una settimana, se la curi dura sette giorni”, sarebbe da tenere sempre presente per non abusare di farmaci. Anche se, qualche aiuto, magari alimentare per riprendersi può essere tenuto in considerazione in questi giorni in cui i casi aumentano e si rischia di caderci. Vediamo quali possono essere utili e quali, invece, sono solo tempo perso.
Sono appena reduce dall’influenza e ho delle difficoltà per tornare in piena efficienza, mi aiuterò con degli yogurt e tanti piatti semplici…
VERO A dire la verità per riprendersi da una brutta influenza o un malanno di stagione non basta dedicare a se stessi pochi giorni di attenzione e di dieta equilibrata. Un buon raccolto si fa seminando e curando le piante per tutto l’anno, per cui se si mangia in modo equilibrato e attento, anche superare l’influenza di stagione sarà più semplice e più rapido. Nel caso fossimo delle “cicale” che hanno preferito “carpire l’attimo fuggevole”, ci si può aiutare con degli yogurt, dei fermenti lattici oppure del kefir di latte. Tutti questi probiotici riattiveranno la flora intestinale, che ci rifornisce di vitamine e altre sostanze necessarie. Si possono anche aggiungere alla dieta delle verdure che aiutano il nostro intestino a riequilibrare i vari miliardi di ospiti che abbiamo presenti nella nostra flora intestinale selezionando solo i ceppi amici e non quelli tossici. Sarebbe opportuno dedicare a noi stessi del tempo sia per recuperare le forze, senza volere strafare, che per cucinare dei piatti freschi evitando i piatti complessi, troppo manipolati e che probabilmente hanno perso buona parte delle vitamine e delle loro virtù. Ultima spiaggia sono gli integratori multivitaminici che ci permettono di far fronte a queste emergenze salutistiche, ma nel piatto trovare capsule e pillole non lo rende certo appetitoso.
Ho passato a letto gran parte delle mie vacanze, ragion per cui mi merito finire i dolciumi rimasti…
FALSO Forzare lo stato d’inappetenza dopo un malanno è una cosa frequente, ma farlo con cioccolatini, con dolciumi, caramelle e altre tentazioni simili affatica il nostro sistema digestivo con i tanti grassi, così come i piatti ipercalorici, i tanti zuccheri. Insomma stressiamo ulteriormente un motore che è in fase di riavvio e corriamo il rischio di rallentare la sua partenza. L’alternativa più giusta e conveniente è quella di imitare la fase di svezzamento dei piccoli, ovvero partire con dei piatti semplici, con poco olio, evitando troppi formaggi o insaccati, o piatti troppo elaborati e scegliere invece pasti ricchi in vitamine, in sostanze salutistiche e in molecole antiossidanti. Il nostro stesso organismo ci permetterà di reintrodurre di nuovo qualche leccornia con i tempi e le giuste quantità facendoci così tornare in piena forma magari cambiando le vecchie abitudini poco sane e protettive. Molto spesso si sente dire che chi si riprende da una forte febbre deve mangiare molto perché questo è il segnale della ripresa metabolica, ma è errato come caricare una soma eccessiva su un mulo stanco che, con molta probabilità, non potrà fare grandi viaggi.
Ho ancora qualche linea di febbre, prenderò qualche tisana per aiutarmi e soprattutto molta frutta e verdura
VERO L’influenza, come detto prima, porta oltre alla naturale inappetenza anche una disidratazione dovuta al sudore che perdiamo in modo anomalo per cercare di raffreddarci. Ricordiamo che sudare rappresenta uno dei modi per raffreddare l’organismo, ma facendo questo ci disidratiamo e ci impoveriamo di molte sostanze utili alla nostra salute. La soluzione per mantenerci idratati è quella di bere spesso e in piccole quantità, ma la sola acqua potrebbe essere insufficiente per cui ci possiamo aiutare usando dei centrifugati freschi o delle particolari tisane o degli infusi. La scelta di frutta e verdura non crea imbarazzi, quindi centrifugati, frutta fresca, frullati etc. sono tutti bene accetti e a questo si possono aggiungere delle insalate fresche con delle zucchine, anche del cavolo o dei peperoni e con l’aggiunta finale di qualche frutto secco come mandorle o noci. L’importante è reintrodurre vitamina C e vitamina E, molecole necessarie quando si è sotto stress influenzale. Sono cibi che si comportano come gli additivi protettivi dei motori a scoppio delle macchine, ovvero ci permettono di far lavorare fegato, reni e altri organi anche a ritmi metabolici superiori per potere recuperare lo stato di stress influenzale per un periodo breve quale è quello della nostra convalescenza che ricordiamo dal latino significa appunto con valescere ovvero rinforzarsi. Per le tisane si possono provare quelle di tiglio e anche di fiori di sambuco che combinano il sapore gradevole e la capacità di facilitare la sudorazione.
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Ho notato che la mia influenza ha come sintomo anche l’alito un po’ pesante con odore di acetone, mi hanno consigliato di prendere della frutta per evitare questo sgradevole effetto.
VERO L’odore di acetone è tipico di una nutrizione ricca in grassi e povera in carboidrati e spesso si accompagna al digiuno prolungato che nel caso dell’influenza è dovuto alla naturale inappetenza. L’acetone è tipico di chi digiuna e ha febbre, di solito questo significa che ha esaurito le sue riserve di zuccheri e il nostro organismo usa i grassi di riserva per avere l’energia necessaria al proprio metabolismo. Per semplificare, passiamo dal carburante benzina come gli zuccheri, pulito nel suo rendimento, a un carburante come il diesel ovvero più sporco come sono i grassi. Questo odore sgradevole di acetone è un sintomo che ci avvisa di dovere mangiare, non più grassi o troppe proteine, ma zuccheri. Si supera rapidamente con acqua e zucchero sciolto (ma ricordiamo che non è un lasciapassare per razzolare i resti del cenone). Un’alternativa è mangiare frutta fresca che introduce fruttosio rapidamente utilizzabile eliminando l’odore di acetone quasi subito.