Rita Bernardini: “Nessuno tocchi le sigarette elettroniche”

“Da antiproibizionisti non concepiamo il regime di monopolio da parte dello Stato tanto più in quei settori che possono benissimo essere gestiti da privati, privati che vogliamo sottoposti a severi controlli trattandosi di prodotti destinati al consumo”. Così dalle pagine del quotidiano Il Dubbio, parte la crociata di Rita Bernardini, membro coordinatore della Presidenza del Partito Radicale, in difesa del settore della sigaretta elettronica messo a dura prova da una sentenza della Corte costituzionale e un emendamento al decreto fiscale.

Due ‘batoste’ per un settore in crescita

Nel giro di poche ore, infatti, sono arrivate la sentenza della Corte costituzionale che dà il via libero alla tassazione anche sui liquidi senza nicotina e l’emendamento al decreto fiscale che bloccherà la vendita dei liquidi online, imponendo ai negozianti una regolamentazione simile a quella dei tabaccai.

La difesa della Bernardini

Sul quotidiano di Sansonetti, l’onorevole difende il settore e lo fa partendo dal racconto di tre episodi personali. “Roma, 20 novembre: esco da un ristorante del centro per fumarmi la mia bella sigaretta dopo una cenetta deliziosa con amici carissimi. Fuori all’aperto c’è anche il giovane cuoco che “svapa” molto soddisfatto. Io che di e-cig ne ho comprate non so quante senza mai riuscire ad abbandonare le bionde puzzolenti, lo osservo con un po’ di invidia. ‘Ho smesso due anni fa, mi dice, l’ho comprata online e da quattro mesi svapo senza nicotina, solo liquidi aromatici; 10 euro mi bastano per un mese, quando fumavo di euro ne spendevo 300!’

Milano, ottobre 2017: prendo il taxi per recarmi al carcere di Opera e il giovane guidatore tiene in bella mostra la sua e-cig rispondendo entusiasta alle mie domande: mi è cambiata la vita, dice, ora ho ripreso a fare sport, non uso più nemmeno la nicotina e risparmio un sacco di soldi.

Terzo episodio sempre recentissimo: vengo a sapere che una trentenne aveva avuto il suo primo contratto di lavoro a tempo indeterminato. Sapete dove? In un negozio che vende sigarette elettroniche!

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Si fa tutto per favorire i soliti noti

Succede poi – continua la Bernardini – che con un emendamento e una sentenza, in un’Italia dove il lavoro per i più giovani è divenuto una chimera, nel giro di un fazzoletto di giorni, lo Stato mette in ginocchio un settore che oggi coinvolge almeno trentamila persone, 2.500 punti vendita, 600 milioni di fatturato. Il tutto per continuare a favorire i soliti noti protetti dal regime di Monopolio di Stato che non possono ammettere di lasciare ad altri nemmeno la più piccola fetta di mercato. E così se fino ad oggi gestivano tutto il settore del “vizio” facendo incamerare miliardi allo Stato puntando e giocando sulla perdita della salute fisica (consumo di tabacco) e spesso psichica (gioco d’azzardo) del cittadino, ora si prendono anche il settore, quello delle sigarette elettroniche, che la salute del cittadino punta a recuperarla riducendo se non altro i danni prodotti dal tabacco da combustione.

Bernardini: aiutiamo questa piccola aerea del libero mercato

Mi auguro che sia possibile aiutare questa piccola area del libero mercato ancora non occupata dallo Stato padrone e, forse, basterebbe semplicemente fare informazione diffusa, magari indagando sul ruolo effettivo svolto dalle lobby del tabacco.