Quand’è che l’industria e le autorità alimentari impareranno che prima di mettere in commercio una sostanza dovrebbe essere provata la sua innocuità ?
La storia sembra non insegnare nulla. Di casi ne potremmo fare molti: ci vengono in mente i nanoingredienti, diventati protagonisti di un mercato miliardario prima che ne fossero studiati gli effetti, alcuni pesticidi venduti quasi fossero acqua fresca, tranne poi rivelarsi assai temibili…
Prendiamo, invece, ad esempio il bisfenolo A (Bpa). Anni di studi indipendenti hanno provato che la sostanza, utilizzata in molti contenitori di alimenti e per anni anche nei biberon, distrugge gli ormoni.
Ora si scopre che molti dei sostituti, già utilizzati dai produttori, potrebbero essere altrettanto nocivi o addirittura peggiori. Lo dice chiaramente il nuovo studio del National Toxicology Program, agenzia intergovernativa degli Stati Uniti. Lo studio di 24 sostanze chimiche di sostituzione ha scoperto che molti di quelli già in uso sono strutturalmente e funzionalmente simili al Bpa e, proprio come il Bpa, possono danneggiare il sistema endocrino.
Gli studi di biomonitoraggio mostrano che oltre il 90% degli americani ha livelli rilevabili di Bpa nei loro corpi. Nel 2009, i test di laboratorio commissionati da EWG e Rachel’s Network sono stati i primi a rilevare il Bpa nel sangue del cordone ombelicale dei bambini americani. Negli studi sugli animali e sull’uomo, l’esposizione al bisfenolo A, specialmente durante la gravidanza e l’infanzia, è stata collegata a danni al sistema riproduttivo, cancro, cambiamenti nel comportamento e obesità .
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Dopo diversi anni di resistenza i produttori hanno adottato una varietà di sostituzioni, la maggior parte con pochissime informazioni pubblicamente disponibili sui loro effetti sulla salute. Il rapporto del National Toxicology Program indica il rischio di introdurre o aver già introdotto sul mercato prodotti chimici poco studiati, affermando che le nuove sostanze chimiche dovrebbero essere riconsiderate per l’uso nei prodotti di consumo.
In alcuni casi, i sostituti erano più potenti del Bpa nei test di perturbazione endocrina, indicando rischi per la salute ancora maggiori.
Un altro studio recente, condotto dalla University of Massachusetts-Amherst, Laura Vandenberg, ha testato gli effetti dell’esposizione durante la gravidanza al bisfenolo S, un’alternativa al Bpa comunemente utilizzata che è stata rilevata in campioni umani e prodotti alimentari. I ricercatori hanno scoperto che basse dosi di Bps nei topi hanno influenzato negativamente l’allattamento, il comportamento infermieristico e la cura materna.