“Una banda di criminali e cialtroni che ha messo in ginocchio gli allevatori, specie quelli con aziende piccole e medie, in Europa”.
Roberto Pinton, Assobio, Federbio e grande conoscitore della filiera alimentare, non ha imbarazzo a definire in questo modo l’origine del caso fipronil, quello che sta sconvolgendo l’Europa e ora è entrato ufficialmente nel sistema produttivo italiano dopo i sequestri di alimenti contaminati tricolori.
A lui chiediamo come può essere accaduto che l’insetticida vietato per allevamenti da carne e da uova sia stato utilizzato anche in Italia. E lui ci aiuta a capire.
Il “trattamento” dei terzisti
“È bene raccontare cosa è accaduto in Belgio per capire quello che sta avvenendo in Italia. Gli allebamenti non rurali, quelli dove sono ammassate migliaia di galline, ovviamente temono molto i parassiti che, specie se gli animali sono in gabbia, si diffondono velocemente. Quando accade non possono trattare gli animali personalmente, i costi sarebbero troppo alti per aziende medio-piccole. Allora chiamano società che offrono questo servizio, terzisti per intenderci che generalmente chiedono cifre vicine a un centesimo a gallina“.
“Queste due società olandesi finite al centro dello scandalo – prosegue Pinton – acquistavano materia prima dal Belgio che, a sua volta, la triangolava con la Romania. Non a caso gli inquirenti hanno aperto un fascicolo ipotizzando l’associazione a delinquere internazionale. E usavano questo mix di insetticidi potente. Tanto potente che funzionava meglio di quelli ammessi”.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Dunque, gli allevatori erano soddisfatti e continuavano a chiamare queste due società per le disinfestazioni. Ma non potevano immaginare che ci fosse il trucco? Non ha dubbi Pinton: “Come si può immaginare che una banda, lo ripeto, di criminali e cialtroni usasse quello che era un insetticida vietato? Naturalmente dichiaravano che usavano solo sostanze ammesse…”
I grandi fanno da soli
E che lo scandalo abbia interessato le medie e piccole aziende di allevamento è perfettamente comprensibile per Pinton: “Le grandi hanno tutta la convenienza a farsi i trattamenti in casa, hanno strutture e mezzi; piccoli e medi allevamenti non possono e devono usare i terzisti”.
Roberto Pinton ci descrive i danni prodotti da questo scandalo. “Pensate a un’azienda che si vede sequestrare gli animali. E che non ha responsabilità , non sapeva delle sostanze illecite e pagava i terzisti. Ora si trova migliaia di capi sequestrati, strutture da sanificare. Un danno enorme.”
Una situazione che al momento ha risparmiato il bio italiano ma non quello belga dove qualche allevamento è risultato coinvolto. “Ma si tratta di truffati, non di truffatori. Sono le vittime, assieme ai consumatori”.
Leggi bellissime, ma i controlli?
Tornando in Italia, chiediamo a Pinton, il meccanismo potrebbe essere lo stesso? “Bisognerà capire, vedere chi sono i terzisti, dove prendono i farmaci. Quello che è chiaro è che abbiamo una legislazione bellissima in Europa ma dato che le frodi continuano, sarebbe il caso di mettere a regime i controlli”.
E, aggiungiamo noi, non ignorare colpevolmente i pareri di chi, 14 mesi fa in Belgio, aveva detto che il problema del fipronil esisteva e andava affrontato preventivamente, Un aggettivo che stona con un anno e e due mesi di silenzio colpevole.