La crescita del mercato dei prodotti dedicati ai vegani e il numero di persone che si sono convinte ad adottare questo stile alimentare ha avuto negli ultimi anni una crescita molto rapida. Nei soli ultimi due anni si può affermare che circa il 3% della popolazione italiana si dichiara vegana, anche se questa impennata è a scapito soprattutto dei vegetariani che sono invece diminuiti al 4,6% rispetto a una precedente ricognizione. Questo dimostra che una volta imboccata la strada del volere ridurre i prodotti di origine animale per qualsiasi ragione, sia essa etica che salutistica, il naturale traguardo è il veganismo. Esistono però dei miti che non sempre aiutano a fare questa libera scelta, ma che vanno spiegati per una scelta più consapevole.
Voglio diventare vegano, ma costa troppo ed è una dieta complicata da seguire…
FALSO Come sempre i costi dei prodotti derivano dalla domanda esistente, un po’ come è accaduto per i prodotti destinati ai celiaci, se questa cresce i prezzi al banco calano di conseguenza. In realtà, il costo superiore di alcuni prodotti vegani è compensato dal risparmio dovuto alla minore quantità di carne, pesce e formaggi da comprare e che, di solito, pesano molto sul bilancio del carrello della spesa alla cassa. In compenso si aumenta la quota di spesa per frutta e verdura, con tutti i vantaggi economici che conosciamo non solo di tipo salutistico. Vale la pena sottolineare che chi adotta una dieta vegana tende ad avere più cura di se stesso e questo comporta anche imparare a prepararsi i propri piatti, a sfruttare meglio le materie prime di qualità e a socializzare con gli amici per dimostrare a cena la propria abilità culinaria. Sulla difficoltà di seguire i dettami del veganesimo, anche in questo caso con l’aiuto della rete e dei tutorial per prepararsi i cibi, con la sempre maggiore presenza nei supermercati di prodotti dedicati, con la possibilità di farsi supportare da vegani più esperti, le crisi da “non posso farcela…” dovrebbero essere sempre meno frequenti e gravi.
Mi hanno detto che i vegani hanno una forte deficienza in vitamina B12, per cui mangiare carne è l’unica soluzione per non avere problemi metabolici
FALSO Non siamo in grado di sintetizzare la vitamina B12, per noi ci pensano gli ospiti del nostro intestino ovvero il famoso microbiota intestinale, che però può essere poco efficiente anche negli individui non vegani. Un esempio chiarificatore: una cura di antibiotici di solito si abbina a degli integratori multivitaminici e ciò non per far felici le aziende produttrici, ma perché dobbiamo integrare le varie vitamine, fra cui al B12, in attesa che il nostro microbiota riconquisti il suo territorio e torni in piena efficienza. Nel caso dei vegani, il dato certo è che i vegetali non possono fare da sostituti dei batteri, in realtà neanche la carne che è solo un modo per introdurre vitamina B12 accumulata dagli animali, ma oggi la nutraceutica ha fatto tali e tanti passi avanti che si può integrare in maniera sufficiente questa deficienza di vitamina B12 anche senza dovere utilizzare necessariamente fonti animali.
Diventerò vegano a breve perché ho visto che molti atleti lo sono senza perdere le loro performance sportive…
VERO Si resta di stucco nel sapere che molti atleti famosi o olimpionici sono dei vegani da molto tempo e non hanno certo ridotto la qualità delle loro imprese. Vale la pena ricordare le sorelle Williams nel tennis, credo che per molti anche del sesso forte sia impossibile competere con loro, Moses nell’atletica moderna o il rugbista italiano Bergamasco. In questo caso, il supporto di un nutrizionista che possa calibrare una dieta vegana per un atleta che richiede determinate caratteristiche è necessario e mai come in questo caso non ci si può né ci si deve improvvisare potendo commettere errori molto gravi. Una delle convinzioni più forti è che si cresce armonicamente e creando un corpo sportivo mangiando della carne che crea massa muscolare. In realtà, il nostro organismo biosintetizza gli amminoacidi non essenziali mentre ricava i cosiddetti amminoacidi essenziali attraverso l’alimentazione. Il mangiare carne di cavallo non ci trasformerà in un velocista oppure mangiare del manzo non ci farà diventare sollevatori di pesi. Il mondo vegetale fornisce i necessari “mattoni” per creare un corpo sano e sia per i vegani che per i non vegani a permettere di costruire una villa in riviera in alternativa a una catapecchia saranno l’attività fisica e l’amore per noi stessi.
Credo di mangiare già vegano senza saperlo eppure, riflettendo. il passo da fare non è così grande…
VERO Nella nostra tradizione culinaria, se vogliamo alla base dalla dieta mediterranea, sono presenti numerosi piatti che di fatto sono vegani. Basti pensare a quanta pasta, legumi, verdure, ortaggi etc. sono presenti in piatti anche famosi come le orecchiette pugliesi, la caponata siciliana, pasta e pomodoro fresco, le zuppe e i minestroni di memoria antica, pane cotto, etc. Inoltre, siamo il territorio dell’olio extravergine di oliva, delle verdure e dei piatti poveri fatti con ingredienti poveri, siamo maestri nell’usare le spezie, la frutta secca, le patate, le piante aromatiche e quelle spontanee come le ortiche, il tarassaco, il finocchio etc. Come si vede la tavola vegana non è povera di ingredienti o di piatti, molti consumatori che hanno ristretto i consumi di carne e suoi derivati e del pesce potrebbero con uno sforzo minimo trasformarsi del tutto in vegani. Oggi il mercato fornisce moltissimi prodotti vegani anche nel settore gelati, dolci, pasticceria tali da non farci rimpiangere il pranzo domenicale se non per le calorie introdotte comunque da tenere sotto controllo.
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Sono un ambientalista convinto e vorrei diventare vegano per essere coerente con me stesso…
VERO Oramai è ben noto che si può parlare d’impronta ecologica o anche del costo di un prodotto sotto forma di quantità di acqua utilizzata per ottenerlo. Per alcune tipologie di alimenti i costi in termini di sfruttamento del pianeta sono elevati perché la catena di produzione è lunga, complessa e dispendiosa. Per i prodotti vegetali è evidente che la catena è più breve, i costi ambientali ridotti e più sostenibili. Per gli alimenti di origine animale o i loro derivati possono essere adottate delle particolari tecniche che danno un minore impatto anche se il tutto potrebbe avere un costo maggiore per il consumatore. È quasi naturale che si possa considerare lo stile alimentare vegano come uno stile meno impattante e più vicino a un’anima ambientalista e prospettica e, in quest’ottica, ne occorrerebbero molti di più di vegani per dare una speranza maggiore alle future generazioni.