Recessi accettati solo se inviati con raccomandata a/r o pec. È quanto ha imposto Windtre ai clienti che non intendevano accettare le variazioni unilaterali dell’opzione ALL-IN, un abbonamento che prevede servizio internet, voce ed sms.
Una modalità che non è piaciuta all’Unione Nazionale Consumatori che ha presentato un esposto all’Autorità delle Comunicazioni e all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro la compagnia telefonica Windtre.
“Una decisione arbitraria ed ingiustificata, in contrasto con l’art. 70, comma 4, del Codice delle comunicazioni elettroniche che, per il recesso, non prevede forme particolari per l’esercizio di questo diritto che, conseguentemente, può essere esercitato anche con una semplice comunicazione, come un fax, un’email o un sms” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Imponendo uno strumento come la Pec, poco diffusa tra i consumatori, o il costo di una raccomandata A/R, si limita la libertà di scelta e di comportamento del cliente, ostacolando e rendendo più oneroso l’esercizio di un sacrosanto diritto” prosegue Dona.
Quanto alla tecnologia LTE, Windtre ha comunicato ai suoi clienti che l’opzione 4G LTE non può più essere rinnovata in modo gratuito, come previsto originariamente, ma al costo di 1 euro al mese, stabilendo la possibilità di recedere per la sola opzione 4G LTE invece che per tutto il contratto. Chi, quindi, non ha voluto accettare le nuove condizioni contrattuali è stato costretto a sostenere le spese per il recesso.
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“Siamo stufi delle interpretazioni sui generis che le compagnie telefoniche fanno dei già pochi diritti che la legge riconosce ai consumatori. Ora speriamo in un pronto intervento delle Authority” conclude Dona.