Tonno e istamina, i casi crescono: perché la Spagna non fa di più?

Solo ieri (3 luglio) l’Italia ha segnalato al Rasff, il Sistema di allerta alimentare rapido europeo, la presenza di ben 6 partite di tonno contaminato da istamina sempre provenienti dalla Spagna. Nello speicifico è stata rilevata in una concentrazione fino a 1860 mg/kg-ppm nei lombi di tonno albacora confezionati sottovuoto (Thunnus albacares). La presenza di istamina in diverse concentrazioni (180; 167; 129; 127; 113 mg / kg – ppm) è stata riscontrata anche in altre partite di lombi di tonno albacora scongelati (Thunnus albacares) sempre di provenienza iberica.

La Ue pensa al diametro della vongola e scorda l’emergenza sanitaria?

E’ dal 12 maggio scorso (150 ricoverati per sindrome sgombroide in pochi giorni) e il ritiro dal mercato – anche da noi – dei tranci a marchio Garciden che non si placano le segnalazioni al Rasff per tranci contaminati. E con essi anche i richiami dei prodotti dal mercato come è avvenuto il 1° giugno da parte del ministero della Salute. Il problema? Sempre proveniente dalla Spagna. Nessuna demonizzazione: è uno dei maggiori “produttori” di tonno. Fatto sta che non è possibile che non si possa al livello europeo su un problema sanitario che coinvolge milioni di consumatori e un alimento, il tonno, tipicamente estivo.

Insomma la Ue si preoccupa di normare il diametro della vongola ma dà l’impressione di prendere sotto gamba un’emergenza sanitaria come quella dell’istamina.

Gli effetti sulla salute

La presenza di istamina invece provoca una forma di avvelenamento e si manifesta attraveso la cosiddetta sindrome sgombroide, così definita dalle autorità sanitarie: “si tratta di una patologia simil-allergica risultante dall’ingestione di pesce alterato che contiene istamina. In molti casi la sintomatologia è auto limitante. Sintomi più severi possono presentarsi in soggetti asmatici o allergici in generale”. L’intossicazione da istamina, quindi, è causata dal consumo di pesce crudo mal conservato o semplicemente non più fresco: a causa del deterioramento delle carni, per la cattiva conservazione o semplicemente perchè il pesce è vecchio, si sviluppa il focolaio della contaminazione. Il problema riguarda il tonno e il pesce azzurro, dalle sarde alle palamite, sgombri, tombarelli.