Quando parliamo di fosfati pensiamo immediatamente al prosciutto cotto e chiedendo al supermercato quello che non ne contiene pensiamo di “averla fatta franca”. In realtà così non è perché gli additivi di fosfato sono contenuti in un numero indefinito di alimenti: dal purè ai formaggini, passando per i gelati e le bibite a base di Cola. Questi additivi vengono aggiunti per diversi motivi: per prevenire grumi negli impasti e migliorare la consistenza del cibo. Stando così le cose, il rischio di un sovradosaggio – dannoso per la salute dei consumatori – è molto reale. Se, infatti, il fosforo contenuto naturalmente negli alimenti non crea particolari problemi alla salute perché non viene metabolizzato dall’organismo, quello artificiale, invece, va guardato con sospetto.
Perché sono dannosi
Nella letteratura scientifica non mancano studi che associano alti livelli di fosfati a disturbi cardiovascolari, sia nei pazienti affetti da patologie renali croniche che nella popolazione sana: indurisce le arterie del cuore aumentando i rischi di soffrire di malattie cardiache.
Difficile quantificarli
Il problema, però, è che non è possibile per il consumatore avere contezza di quanti milligrammi di additivi di fosfato siano stati aggiunti. In etichetta, infatti, appare solo la presenza dell’ingrediente ma non la quantità .
Dove sono
In questa infografica vi mostriamo in maniera (non esaustiva) i prodotti che contengono gli additivi di fosfato
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