Alitalia, a rischiare di più è chi ha già subito i disservizi della compagnia

RIMBORSI COVID ALITALIA

Dopo il no dei lavoratori Alitalia alla proposta di ristrutturazione dell’azienda, che passava per il licenziamento di 2mila dipendenti, la compagnia di bandiera si trova al bordo del baratro. Chi ha comprato un biglietto aereo ha comprensibilmente paura di perdere il volo, così come i clienti abituali della compagnia potrebbero perdere i punti accumulati con il piano Millemiglia. Alitalia in una nota ha dichiarato che non solo non vi sarà alcun impatto dell’attuale situazione sull’operatività e sulla programmazione dei voli, ma anche che sono “prenotabili” tutti i voli futuri. Ma per capire quali sono i veri rischi nell’ipotesi di un fallimento di Alitalia, Il Salvagente ha intervistato Francesco Longo Bifano, avvocato di Rimborsoalvolo.it, portale che si occupa di assistere i viaggiatori che subiscono disservizi dalle compagnie aere.

Avvocato, a questo punto è probabile un fallimento di Alitalia?
Il fallimento è l’ultimo passo, prima come è successo quando ci fu l’amministrazione straordinaria di Fantozzi, essendo una società di dimensioni enormi, si tenta di salvare il salvabile. Dopo aver venduto quello che si può vendere, dopo aver salvaguardato i dipendenti, l’azienda e i consumatori, a quel punto porta i libri in tribunale.
Crede che chi ha comprato un biglietto Alitalia per questa estate rischia di rimanere a casa?
Io penso che da qui a sei mesi l’operatività ci sarà, assolutamente sì. Per il momento la cosa più logica è che arrivati al punto di non ritorno interrompano la vendita dei biglietti, perché necessariamente devono garantire che chi ha acquistato il biglietto, ne usufruisca.
Nessun rischio di cancellazione?
Quello che potrebbero fare, ma per tempo, ad esempio un mese prima, è dire al consumatore “Ti rimborso il prezzo del biglietto, questo volo è cancellato, rivolgiti a qualcun altro”.
Se la compagnia entrasse in fase di amministrazione straordinaria, cambierebbe qualcosa a livello giuridico rispetto al rapporto con gli utenti?
A livello giuridico non è cambiato nulla, Alitalia esiste come tre mesi fa. Per quanto riguarda gli utenti non cambia nientre, perché la prima finalità dell’amministratore giudiziario è quella di perseguire i loro interessi. Cambia invece per i creditori.
In che senso?
Io che come studio ho dieci sentenze positive con Alitalia mi pongo il problema “sti soldi quando li prendo”.
Sta dicendo che paradossalmente rischia di più chi ha già volato che non chi deve ancora volare.
Eh sì. I debiti con lo Stato o con le banche sono sempre privilegiati, ti dicono “tu non sei un creditore privilegiato, è inutile che rompi, non ti paghiamo”. Mentre per salvare questa azienda c’è la sola modalità di continuare a perseguire l’oggetto sociale che è il trasporto. L’ultima porta che chiuderanno è quella del volo.
Lei consiglia dunque di continuare a comprare Alitalia senza problemi?
È evidente che se c’è lo stesso biglietto a 1 euro in più con un’altra compagnia, dico prendi quest’altro, non sono uno scemo.
Overbooking, ritardi, voli annullati. Se Alitalia entra in stato di crisi, valgono le stesse regole?
Le regole sono le stesse, nascono da un regolamento comunitario e si applicano anche a delle società che versano in amministrazione straordinaria. Il problema è poi tecnicamente riprenderli questi soldi.
E chi ha accumulato i punti Millemiglia, se fallisce la compagnia, come deve comportarsi?
Il rischio di perderli è evidente, se possibile è meglio commutarli subito.
Non si può chiedere di utilizzarli per i voli Etihad?
L’etihad è dentro Alitalia con capitale al 49% però sono due società distinte. Non è percorribile come cosa.