Stessa marca, qualità inferiore all’Est. È bufera su Knorr, Nestlé e Danone

Una discriminazione davvero difficile da digerire. Quella messa in atto, tra gli altri, da Knorr, Nestlé e Danone, perfino da Ferrero per la Nutella ha sollevato molte proteste e ora anche qualche passo ufficiale della Ue. In sostanza, come aveva anticipato il Salvagente, i big dell’alimentare hanno diversi standard di qualità dei loro prodotti, uno – più evoluto in termini di qualità – per l’Europa Occidentale, uno più carente per quella orientale.
Tanto che ora gli eurodeputati hanno chiesto al Parlamento Europeo di formare una nuova agenzia dedicata a garantire gli standard alimentari uguali in tutta l’UE.

“Mi porta lo shampoo da Bruxelles?”

Daciana Sarbu del partito socialdemocratico romeno è la vice presidente della commissione del Parlamento europeo per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI). Proprio lei ha espresso pubblicamente la preoccupazione che problemi simili affliggano stati comunitari come la Romania e la Polonia.

In una recente intervista ad Euractiv, ha detto: “Ho sollevato la questione con la Commissione europea, in quanto si tratta di un problema misurato in diversi paesi. Ci deve essere una decisione a livello governativo per analizzare e confrontare i prodotti. Ho sentito da molte persone, ‘Per favore mi puoi riportare un certo tipo di shampoo da Bruxelles’, e alla mia risposta ‘ma lo abbiamo anche qui’ mi dicevano ‘Sì, ma non è lo stesso’. È inconcepibile”.

Meno frutta, meno carne, più coloranti

Una gragnola di accuse di fronte alle quali i big si difendono in ordine sparso. C’è chi dice che tutto dipende dai gusti dei mercati, chi dà la colpa a materie prime diverse, perfino all’acqua , ma questo non basta certo a placare l’ira dei consumatori.

György Hölvényi, un deputato del partito ungherese democristiano, ha confermato a FoodNavigator che “L’Ufficio slovacco per la sicurezza alimentare ha riferito che alcune società operanti nella parte orientale degli Stati membri della UE stanno vendendo cibo di diverso standard di qualità sotto le stesse etichette. Dolci, prodotti lattiero-caseari, spezie e bevande analcoliche hanno dimostrato di essere di qualità inferiore ai prodotti equivalenti venduti in Austria, per esempio”, ha detto. A queste si aggiungono le scoperte di coloranti invece di vera frutta, dolcificanti al posto dello zucchero e in alimenti destinati all’Europa dell’Est.

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Hölvényi poi chiesto se l’Europa avrebbe effettuato analisi per confermare i risultati ottenuti da enti nazionali come quello slovacco e se avrebbe preso misure per garantire gli standard equi.