Una nuvola radioattiva misurata in Europa senza che scienziati ed esperti abbiano ancora capito da dove proviene. È la denuncia, forte e circostanziata, fatta ieri dal Journal de l’environnement e ripresa oggi da Euractiv.
Ecco cosa scrive Valéry Laramée de Tannenberg sull’autorevole giornale dell’ambiente.
“Nessuno ha visto o sentito nulla. Tranne i tecnici della rete di monitoraggio dell’aria (Ring of Five) sulla radioattività europea. Nella seconda settimana di gennaio, l’avviso è arrivato dall’estremo nord della Norvegia: dove sono state rilevate nell’aria tracce di iodio 131”.
Il giornalista ricostruisce la scoperta, subito confermata a distanza di due settimane da analoghe misurazioni in Finlandia, Polonia, Repubblica Ceca, Germania, Spagna e Francia, come si può leggere in una dichiarazione dell’Istituto di protezione dalle radiazioni e la sicurezza nucleare (IRSN).
“Nessuno sa da dove viene”, scrive il Journal. Jean-Christophe Gariel, il direttore dell’Ambiente presso l’IRSN, spiega al giornale francese: “Stiamo conducendo le indagini. Si tratta fondamentalmente di seguire al contrario il percorso della nuvola di iodio per cercare di localizzare la sorgente di emissione. Ma dato il tempo nelle ultime settimane, non sarà facile ricostruirne le traiettorie “.
Quello che è certo è che lo iodio 131 può provocare tumori se assunto in dosi elevate, può contaminare prodotti alimentari come il latte e le verdure. Ancora non è chiaro se i livelli misurati in questi giorni possono essere fonti di timore sanitario per i cittadini europei.
Dato il tipo di inquinamento radioattivo, le centrali nucleari sono già escluse dalla lista dei potenziali sospetti. “Abbiamo rilevato iodio. Se ci fosse stato un incidente, come nel caso di Chernobyl o Fukushima, avremmo visto altri prodotti di fissione come il cesio”, ha dichiarato Gariel al Journal de l’environnement.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
I sospetti, però, non mancano: il rilascio in un impianto di produzione di radioisotopi per la medicina nucleare (raggi X) in Europa orientale. Oppure il rilascio di iodio radioattivo dall’Istituto di isotopi di Budapest (Ungheria) come era già accaduto nel novembre 2011. In quel caso non ci furono allarmi per la salute, dato il livello sotto i limiti di pericolosità .