Black+Decker innova il Dustbuster, anno di nascita 1979. Nessun grande cambiamento nel design, che permane iconicamente legato alla solita forma a testa di papera, bensì nelle potenzialità; si passa dal tradizionale accumulatore al NiMh a una nuova batteria agli ioni di litio e, nella versione “Wet+Dry 5,4 Wh” (il modello che abbiamo provato, venduto anche nella versione 10,8 Wh), la funzione che permette l’aspirazione di liquidi.
La nuova batteria agli ioni di litio è appositamente studiata e permette prestazioni notevoli: maggiore leggerezza (610 g), minore volume, minore impatto ambientale, maggiore autonomia, ricarica più veloce (10h), e soprattutto costante operatività alle massime prestazioni senza “effetto memoria” e con “autoscarica” molto limitata.
Asciuga, ma quanto?
Abbiamo provato il “Wet+Dry” e misurato la capacità di accumulo del serbatoio (non dichiarata), che è in grado di ricevere circa 200 ml (prima di restituirli attraverso un sistema di “troppo pieno”), corrispondenti a un bicchiere rovesciato. Non è molto, ma permette di rinunciare al panno assorbente quando sul top della cucina, per esempio, abbiamo versato qualcosa che è anche umido. Ricordatevi che, nello svolgimento di questa funzione, Dustbuster non deve essere capovolto… Ordinaria la capacità di aspirare solidi: 370 ml (questa volta dichiarata).
Non ci è apparsa molto efficace la manovrabilità dei componenti per lo svuotamento del serbatoio: una volta separato il “becco” dal corpo principale, il filtro (che eventualmente deve essere lavato e asciugato, per evitare la proliferazione di muffe) e il deflettore – che costituiscono insieme il “tappo” del serbatoio – sono estraibili in modo poco intuitivo, con difficoltà, così come è impegnativo il loro riposizionamento.
A circa 45 euro, oltre a libretto di istruzioni e base di ricarica (con “tasselli autoespandenti” per il fissaggio murale), troviamo: spazzola, una bocchetta “a lancia” per spazi angusti, e uno specifico “raschiatoio” per liquidi, in elastomero termoplastico.