Olio di palma, l’Oms: “Il 3-Mcpd è cancerogeno” ma fissa una dose giornaliera alta

OLIO DI PALMA

Questa volta le parti sembrano essersi invertite. Se sul glifosato, l’erbicida più diffuso al mondo, Oms e Efsa hanno assunto una valutazione diametralmente opposta –  con l’Organizzazione mondiale della sanità che lo definisce “probabile cancerogeno” e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare a fare da pompiere definendo “innocuo” il principio attivo del RoundUp della Monsanto –  sull’olio di palma le posizioni delle due autorità potrebbero scambiarsi.

Punto di partenza comune: sono tossici…

Al centro della discussione ci sono i contaminanti di processo come il glicidolo, composto precursore dei Glicidil esteri (Ge), sostanze genotossiche e cancerogente, e il 3- Mcpd, nefrotossico, che si sviluppano a seguito dei processi di raffinazione degli oli vegetali ad alte temperature. Sulla tossicità sia l’Efsa che la Jefca il Comitato per la Valutazione degli additivi dell’Oms e Fao concordano: parliamo di sostanze che espongono i consumatori a un rischio elevato.

Scrive, nel parere del 3 maggio 2016, l’Efsa: “I più alti livelli di Ge, così come 3-Mcpde 2-Mcpd (compresi gli esteri) sono stati trovati in oli di palma e grassi di palma, seguito da altri oli e grassi. Per i consumatori dai tre anni in su sono sopratutto i prodotti da forno a base di margarina e oli vegetali, le merendine e i dolci contententi olio di palma “le principali fonti di esposizione a queste tre sostanze” indesiderate. “L’olio di palma – prosegue l’Efsa – fornisce un importante contributo ad esporre la maggioranza dei consumatori al 3-Mcpd e 2-Mcpd”. Inoltre, è stato osservato che “i livelli di 3-Mcpd e dei suoi esteri di acidi grassi negli oli vegetali sono in gran parte invariati nel corso degli ultimi cinque anni”. Segno che l’esposizione a questa sostanza non è stata limitata.

…ma l’Oms è più permissiva

Ma stavolta, a differenza del glifosato,  sembra che sia stata l’Efsa essere di maggiore tutela per i consumatori, fissando livelli decisamente più bassi delle sostanze cancerogene ammesse come tollerabili: la dose giornaliera tollerabile di 3-Mcpd è stata abbassata da da 2 a 0,8 microgrammi per chilo (mcg/kg) di peso corporeo. A differenza della valutazione della Jefca che, pur considerando cancerogena questa sostanza, ha fissato una dose tollerabile molto più permissiva – 4 mcg/kg – ben 5 volte maggiore di quella dell’Efsa. Una decisione che lascia davvero perplessi e che potrebbe anche portare l’Efsa a rivedere al “rialzo” il limite di questa sostanza cancerogena. Cui prodest? Sicuramente alle aziende che tuttora si ostinano a impiegare l’olio di palma come la Ferrero.