Gli ftalati? Crescono dopo una cena (o un pranzo al fast food). I ricercatori dell’università George Washington degli Usa hanno analizzato in 8877 persone la concentrazione urinaria di due ftalati molto diffusi, il DEHP e il suo sostituto il DINP e hanno constatato che la quantità più elevata si poteva misurare nelle persone che avevano consumato un pasto al fast food fino a ventiquattro ore prima della prova.
Un aumento di ftalati nell’organismo non certo trascurabile: fino al 24% in più per il DEHP e il 39% per il DINP.
Risultati inquietanti, dato che queste sostanze sono sospettate di favorire malformazioni o problemi di infertilità.
Ma da dove viene questo surplus di ftalati in hamburger e simili? Ovviamente dalle confezioni plastificate in cui sono avvolti .
Nel 2007, una direttiva UE aveva vietato l’uso del DEHP e DBP nella plastica destinata a venire a contatto con alimenti grassi. Per il secondo ftalato analizzato nello studio, il DINP, non esiste ancora alcun divieto. Almeno fino a quando l’Unione europea non varerà la regolamentazione generale sui perturbatori endocrini che sta ancora preparando.