Meningite, tutto quello che c’è da sapere

Sono decine (per il momento) gli alunni della scuola elementare Cesare Battisti di Roma che hanno iniziato la terapia antibiotica dopo che la loro maestra di matematica è deceduta a causa di una meningite batterica non trasmissibile. Nell’ultimo anno c’è stato un picco di decessi per meningite: secondo molti medici la causa è da ricercare nel calo della copertura vaccinale. L’iniezione, infatti, resta ad oggi il metodo di prevenzione più efficace per le infezioni batteriche mentre per le forme virali non esiste un vaccino.

Cos’è la meningite

La meningite è una grave malattia dovuta all’infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello. L’infiammazione di tali membrane si ripercuote sul cervello portando a gravi sintomi neurologici che possono portare alla morteoppure a postumi gravi come sordità, ritardo mentale, paralisi motorie, epilessia. Esistono due forme di meningite: batterica e virale.

Sintomi

I sintomi principali della meningite sono febbre, nausea, vomito e irritazione delle membrane meninge (riconoscibili da un irrigidimento del collo). Tipici segni collaterali sono anche la diminuzione dello stato di coscienza, con senso di torpore, battito cardiaco rallentato ed episodi convulsivi.

I soggetti più a rischio

Le persone che più facilmente possono ammalarsi di meningite sono i bambini molto piccoli, gli anziani e chi ha il sistema immunitario compromesso. I bambini tra 1 e 5 anni, gli adolescenti e i giovani fino a 25 anni sono le fasce della popolazione più colpita da questa infezione.

Come si trasmette

L’infezione si diffonde per via aerea e di solito viene trasmessa per contatto diretto (o tramite goccioline infette) da un “portatore sano”. È più raro che l’infezione sia contratta direttamente da un soggetto ammalato, che di solito è isolato dal contatto con altre persone. Il periodo di incubazione va solitamente da 1 a 7 giorni. In genere, va sottoposto a profilassi chi ha soggiornato nella stessa stanza della persona affetta per più di tre ore.

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Diagnosi e cura

Il medico esegue (di solito in ospedale) una puntura lombare (con aghi e siringhe speciali nello spazio compreso tra due vertebre lombari). Il liquido prelevato (è il liquor cerebrospinale o cefalo-rachidiano che circola nelle cavità contenute all’interno dell’encefalo e del midollo spinale) sarà successivamente analizzato in laboratorio, ed è questo l’unico sistema per arrivare alla diagnosi certa di meningite. Oltre alla puntura lombare con analisi del liquor, vengono eseguiti alcuni esami del sangue ed il tampone nasale e faringeo per cercare di identificare il germe responsabile dell’infezione. La terapia, invece, consiste nella somministrazione di liquidi per via endovenosa, di antibiotici ed altri farmaci.

Prevenzione

L’unico metodo di prevenzione per la meningite batterica è il vaccino. I vaccini contro la meningite batterica sono sostanzialmente tre:

  • Il vaccino contro l’emofilo, che rientra tra i vaccini raccomandati dal Ministero della Salute e viene somministrato dai servizi sanitari pubblici ormai dal 1995.
  • Il vaccino contro lo pneumococco, che protegge contro 7 dei sierotipi che sono responsabili di infezione nell’uomo e il cui utilizzo potrebbe essere raccomandato oltre che per i soggetti con alcune specifiche patologie, anche per i bambini introdotti all’asilo nido o altre collettività e progressivamente a tutti i bambini. Per i bambini più grandi e per gli adulti esiste anche il vaccino polisaccaridico 23-valente efficace per la prevenzione della meningite e delle forme respiratorie nei soggetti di età superiore ai 24 mesi.
  • Il vaccino contro il meningococco C. Nel nostro Paese, infatti, come in tutta l’Europa, il meningococco rappresenta la più importante causa di meningite nei bambini.

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