Quasi 38 milioni di pasti distribuiti in un 7mila scuole elementari di tutta Italia, nel biennio 2015-2016, sono al centro di un’accusa di enorme spreco. Il progetto “Frutta e verdura nelle scuole” è promosso dal Ministero per le politiche agricole e alimentari, su input della Comunità europea, e serve a diffondere tra i più piccoli una cultura alimentare attenta a questo tipo di prodotti, molto importanti per l’alimentazione. Nulla da ridire sul principio da parte di Corrado Giaccone dell’UL-Conal, società di consulenza e analisi che si occupa di controlli nella ristorazione collettiva, tra cui appunto le mense scolastiche.
“Un duplicato che alimenta lo spreco”
Quello che per Giaccone, invece, costituisce è il totale scollamento del progetto con la realtà delle scuole: “I bambini già ricevono la frutta con il servizio di ristorazione scolastica. Il Comune, che è l’ente che eroga il servizio di ristorazione delle mense delle scuole, è escluso da progetto ministeriale, che coinvolge solo i dirigenti scolastici”. “Frutta e verdure nelle scuole” prevede che per ogni bambino delle scuole aderenti, vengano distribuiti 36 porzioni di frutta o verdura nell’arco del biennio. “Periodicamente- spiega Giaccone – gli mandano questa frutta o la verdura, molto spesso di bassa qualità. Lo dico in base all’esperienza. Una volta mi sono capitate delle pere che se le tiravi sul muro rimbalzavano. Io faccio controllo qualità nelle mense. Questa frutta scadente non sempre la danno agli studenti, a volte se la rubano i bidelli, altre finisce nella spazzatura. In compenso, siccome magari è confezionata, la quantità di imballaggio di scarto è notevolissima. Ma il punto è che di solito i bambini non mangiano neanche la frutta e verdura che gli danno a mensa. Che bisogno c’è di dare due volte la frutta al bambino? Questo è uno spreco”. Il consulente Conal sottolinea come la frutta inserite nel contratto d’appalto per la refezione scolastica è già stabilita in base al livello di assunzione raccomandata. Il rischio che ci sia un problema di squilibrio nutrizionale: “Se la quota di zuccheri complessivi deve essere del 40%, se lei aumenta la dose di frutta squilibrio l’apporto necessario.”
Ogni anno bruciati 27 milioni di euro
Giaccone aggiunge: “Il ministero non ha mai risposto alle nostre critiche. È la lobby degli agricoltori che a Bruxelles aveva fatto passare questa iniziativa comunitaria. Ma un conto è un progetto così in Germania, dove nei menù scolastico non è prevista la frutta, un conto è farlo da noi. Tanto vale che gli danno i soldi direttamente così evitiamo lo spreco”. Dati alla mano, secondo una prima indagine qualitativa pubblicata nel 2015 dal Centro studi dell’osservatorio della ristorazione collettiva e Nutrizione (Oricon), sugli sprechi nella ristorazione scolastica, emerge che il 10% della frutta e il 22% dei contorni (tra cui molta verdura) vengono sprecati, e che il cibo buttato a scuola costa circa 27 milioni di euro. Poco più del bando per “Frutta e verdura nelle scuole” che per il 2016-2017 stanzia 25.520 milioni di euro che forse potrebbero essere spesi con più attenzione.